Jane Eyre è un film del 1996 diretto da Franco Zeffirelli. E’ la trasposizione cinematografica del omonimo romanzo del 1847 della scrittrice inglese Charlotte Brontë. Per affrontare questo pilastro della letteratura inglese, Zeffirelli sceglie un cast di tutto rispetto. Vediamo insieme, infatti, il già premio Oscar William Hurt e una giovane e promettente Charlotte Gainsbourg. Ad aggiungersi, c’è anche una bambina di grande talento. Si tratta di Anna Paquin, attrice che aveva già dimostrato il suo valore ottenendo a soli 11 anni l’Oscar come Miglior attrice non protagonista per la sua performance in The Piano (Jane Campion, 1993).
Trama
Jane Eyre racconta le vicende dell’omonima protagonista, seguendola durante la sua infanzia, giovinezza e prima età adulta. La prima parte è dedicata proprio alla sua infanzia. La pellicola da spazio alla vita di Jane (Anna Paquin) presso la casa dei suoi zii materni in cui vive poiché orfana dei genitori. In questa sezione, viene mostrato il suo turbolento rapporto con zia e cugini, da cui subisce spesso angherie e maltrattamenti.
Complici questa insanabile situazione, la zia manda Jane via di casa. La iscrive alla Lowood Institution, una scuola per sole bambine e ragazze. Anche in questa fase della vita le cose non sono, però, migliori per la giovane. Per il suo carattere schietto, è vista come una persona ribelle e bugiarda e per questo viene punita spesso. A ciò si aggiunge anche un terribile lutto. Helen Burns, l’unica vera amica che la ragazzina ha, si ammala e muore.
La vita adulta e l’amore
La sua vita cambia quando a 18 anni la giovane ottiene un posto come istitutrice. Jane (Charlotte Gainsbourg) si trasferisce, quindi, in una suntuosa dimora per fare da governante ad Adèle (Josephine Serre), pupilla di un certo Mr. Rochester (William Hurt). Durante questo periodo, arriva a conoscere il ricco uomo e ad affezionarcisi. Il sentimento è ricambiato anche da quest’ultimo. I due, dunque, si scoprono innamorati e decidono di sposarsi.
Il matrimonio, però, viene fermato quando viene alla luce il fatto che la moglie di Rochester è ancora viva. Si trova, infatti, in una stanza nella stessa casa in cui i due promessi sposi vivono ed è affetta da una grave malattia mentale. Terribilmente ferita, Jane se ne va via, recandosi dal pastore St. John Rivers (Richard Warwick), un uomo precedentemente conosciuto. Viene accolta in casa da lui e dalla sorella e inizia ad insegnare nella scuola del paese. Contemporaneamente, Jane riceve la notizia di essere l’unica erede della fortuna lasciata da un suo lontano zio morto. Nonostante una vita abbastanza serena, si accorge, però, che è ancora innamorata di Rochester e ritorna da lui.
Jane Eyre rivisitata da Zeffirelli
Jane Eyre di Zeffirelli riprende abbastanza fedelmente il romanzo della Brontë. Infatti, gli eventi narrati non subiscono particolari modifiche durante la loro narrazione. L’unica variazione fatta dal regista è il fatto di tagliare parte dei fatti che accadono nell’ultimo quarto del romanzo. Lo fa perchè la storia stia nelle due ore scarse disponibili per la pellicola. La selezione attuata è comunque ottima. Infatti, tutti i punti più importanti del romanzo vengono toccati. Inoltre, il prodotto risulta scorrevole e la tama è senza buchi e facile da seguire.
Zeffirelli è, inoltre, estremamente bravo a giocare con le atmosfere all’interno del film. Nella prima parte si è sempre pervasi da una sorta di senso di angoscia e tristezza. Ciò riesce a sottolineare ancora di più le terribili situazioni a cui la piccola Jane è sottoposta. Nella seconda, quella che racconta le vicende presso la casa di Rochester, vi è un costante senso di mistero e oscurità. Cosa che si concorda perfettamente con il fatto che il protagonista maschile nasconda un grande segreto, ossia la moglie malata. Questo alone di oscurità, inoltre, riprende le atmosfere gotiche comuni nei romanzi inglesi ottocenteschi, l’epoca in cui la Brontë scrive.
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Giorgia Silvestri