Ci ha provato, ha lottato ma alla fine ha vinto un implacabile Novak Djokovic. Dal canto suo però Jannik Sinner non ha davvero nulla di cui rimproverarsi. La prima semifinale di Wimbledon in carriera potrebbe diventare il suo punto di partenza e l’altoatesino è ben pronto a replicare le sue buone performance anche agli US Open. Intanto si è goduto i complimenti degli addetti ai lavori e dei colleghi, riuscendo anche a scacciare più di qualche critica che aveva finito con il colpirlo. L’azzurro è anche intervenuto in conferenza stampa, poco dopo il match, per commentare la sconfitta ma si è detto senza rimpianti. Ecco cosa ha detto.

Jannik Sinner: “Mi sono sentito molto più vicino a Djokovic”

(Credit foto – pagina Facebook del tennista altoatesino)

Giocare contro Novak Djokovic non è mai facile, farlo quando lui entra in modalità “conquistare la 35esima finale di un grande slam” lo è ancora di più. Sinner si è dovuto arrendere al serbo in tre set per 6-3, 6-4, 7-6 pur disputando un’ottima prova. Queste alcune delle sue parole raccolte da Supertennis: “Anche se lo scorso anno lo avevo portato al quinto set, oggi mi sono sentito molto più vicino a lui. Lui in quella occasione aveva concesso molto nei primi due set, oggi (ieri ndr) invece il livello è stato molto più alto, c’era grande intensità e lui è sempre stato concentrato su quello che andava fatto. Ho avuto le mie chances ma non sono riuscito a sfruttarle; ci sono stati solo game lottati, siamo andati quasi sempre ai vantaggi, ho avuto palle break, ho avuto set point ma ho sbagliato.

Poi il tennista altoatesino è tornato anche sulla sfida dello scorso anno: “La verità è che lui lo scorso anno si era rilassato, questa volta invece è rimasto attento dall’inizio alla fine e nei momenti decisivi ha sempre fatto la cosa giusta, nei punti importanti ha messo una forza mentale spaventosa. Alla fine sono stati solo 10 punti di differenza….  e se ne faccio 5 siamo pari. Ho solamente 21 anni e a questa età non puoi essere completo, sarebbe strano il contrario, e onestamente sarebbe anche un peccato”.

Maria Laura Scifo

Seguici su Metropolitan Magazine

Seguici su Google News