Si è conclusa pochi minuti fa una partita che a tratti si è giocata in un’atmosfera quasi kafkiana. Jannik Sinner dopo aver dominato i primi due set si fa male e gioca il resto del match praticamente da fermo, limitato da un problema alla schiena. 6-3, 7-6, 2-6, 0-6, 6-7 è il risultato con cui Karen Khachanov si porta a casa la vittoria, che gli permette di accedere al secondo turno degli US Open; qui sfiderà Andrey Kutznestov.
Sinner eroico (o incosciente) sul campo 8
Eroico o incosciente, due epiteti che potrebbero essere usati per descrivere Jannik Sinner questa sera; a voi la scelta. Se dite “eroico”, potreste non avere torto, se si considera l’impegno e l’abnegazione messi in scena dall’altoatesino dalla fine del secondo set (momento in cui ha cominciato ad accusare i problemi alla schiena) alla fine del quinto e ultimo set. E vi darei ancora di più ragione se si pensa al modo in cui ha giocato proprio quell’ultimo set, terminato addirittura al tie-break. Normalmente un giocatore infortunato che non è in grado di muoversi si ritira prima, non rischia e abbandona, anche con due set in cassaforte. Sinner no. Dopo aver subito un 6-0 netto al quarto decide di provarci, con quell’atteggiamento che effettivamente ben si confà a un ragazzo di appena 19 anni.
Sul proprio turno di servizio, da fermo (letteralmente) riesce a piegare il suo avversario, inanellando una serie di vincenti (ventitré) difficili da spiegare se non attraverso le espressioni quasi incredule di Karen Khachanov. Non fosse stato per il suo servizio, il moscovita avrebbe probabilmente perso una partita che non è stato quasi in grado di chiudere neanche con Sinner azzoppato. È vero, ce l’ha messa tutta per non vincerla, ma merito va assolutamente a Jannik, che ha mostrato anche in queste condizioni quel quid che porta tanti a vederlo come futuro assiduo frequentatore della Top 10. D’altro canto, se Jannik Sinner non avesse avuto 19 anni e non si fosse chiamato Jannik Sinner, questa partita l’avrebbe abbandonata un po’ prima.
Passare da una contrattura a un crampo a uno strappo potrebbe non essere tanto difficile. Continuare a giocare per due ore in quelle condizioni fisiche, considerando l’andazzo della partita, è forse un po’ da incoscienti. Peggiorare l’infortunio avrebbe rischiato non solo di fargli rinunciare a Flushing Meadows ma anche parte di tutti quei tornei ravvicinati che si susseguiranno nelle prossime settimane. Ne sarebbe valsa la pena? Forse no. O semplicemente Sinner aveva ascoltato attentamente il suo corpo e sapeva di stare gestendo la situazione nel modo giusto. D’altronde stiamo parlando di un ragazzo che in campo e non solo dimostra certamente qualche anno in più di quelli che realmente ha. Eroico o incosciente, resta il fatto che Jannik stasera può uscire a testa alta, consapevole che anche giocando quasi da fermo il suo futuro potrebbe essere davvero brillante.