Nello spazio di LetteralMente Donna una donna eccezionale che è stata in prima linea per i diritti dei migranti, per la questione siriana e per il no alla Brexit del Regno Unito e ha pagato con la vita la battaglie per le sue idee. La donna è Jo Cox e questa è la sua storia.
“Una donna che credeva in un mondo migliore e che lottava a questo scopo ogni giorno della sua vita con energia e una grinta per la vita che sfiancherebbero la maggior parte delle persone”. Con queste parole Brendan Cox, come riportato da Huffington Post, ricordò la moglie il giorno della sua morte.
Helen Joanne “Jo” Cox infatti era in prima linea per diverse cause come quella del suo partito laburista contro l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea quando venne brutalmente assassinata da un neonazista il 16 giugno del 2016 presso Leeds, divenendo a sua volta simbolo della lotta contro i crimini d’odio .
Jo Cox e le sue battaglie
La Cox inizia a farsi strada nel mondo dell’attivismo tra il 2001 e il 2009 lavorando a diverse campagne umanitarie con Oxfam. Un ‘esperienza che la portò a diventare consulente senior del Fondo per la libertà, un’organizzazione antischiavitù. Jo Cox inoltre era in prima linea anche per i diritti delle donne come dimostra il suo essere membro della Rete nazionale per il lavoro femminile ed presidente dell’associazione delle donne labouriste. Inoltre, dopo la sua elezione nel 2015 a deputato della Camera dei comuni nel collegio di collegio di Batley and Spen aveva parlato della diversità etnica presente in quella regione incentivando nuovi interventi economici del governo.
Da deputata fu in prima linea per la questione della guerra civile siriana proponendo l’intervento britannico per creare rifugi per i civili. Si astenne poi dal votare lo stesso intervento in parlamento perchè non prevedeva nessun confronto con il regime siriano. Infine durante il referendum sulla Brexit, poco prima del suo assassinio, la Cox era in prima linea per il no all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. La campagna per il referendum fu poi sospesa per alcuni giorni in segno di lutto dopo la sua morte.
Il drammatico omicidio
La mattina del 16 giugno 2016 a Birstall Jo Cox, poco prima di iniziare un incontro elettorale, fu raggiunta da tre proiettili di arma da fuoco esplosi da Thomas Mair; un cinquantaduenne neonazista e pro apartheid che poi la accoltellò al grido di “Prima il regno Unito”. La Cox pagava con la vita le sue idee pro immigrazione e anti brexit; nessun intervento per impedire l’evento nonostante i fatti dei mesi precedenti all’omicidio. La Cox infatti aveva ricevuto diverse minacce di morte nei tre mesi prima dell’omicidio, ed un uomo era pure stato arrestato ma nonostante tutto la donna non era stata messa sotto protezione della polizia.
Il drammatico omicidio della giovane deputata scosse l’opinione pubblica. L’allora primo ministro Cameron affermò, come riporta La Repubblica, che “dove assistiamo all’odio, dove assistiamo alle divisioni, dove assistiamo all’intolleranza, li dobbiamo estirpare, dobbiamo scacciarli dalla nostra vita politica, dalla nostra vita pubblica, dalle nostre comunità”. Sulla stessa scia l’allora leader laburista Jeremy Corbyn che disse: “Non permetteremo a quella gente che sparge odio e veleno di dividere la nostra società”.
Un simbolo della lotta contro i crimini d’odio
“Oggi inizia un nuovo capitolo delle nostre vite. Più difficile, più doloroso, meno allegro, meno pieno d’amore. Io e gli amici di Jo e la sua famiglia lavoreremo in ogni momento delle nostre vite per amare e far crescere i nostri figli e per lottare contro l’odio che ha ucciso Jo”.
Questa l’affermazione, il giorno della morte della moglie, di Brendan Cox. Jo Cox è uno dei simboli della lotta ai crimini d’odio dopo il suo brutale omicidio. Un crimine che, come affermò lo stesso Brendan Cox, “non ha credo, razza o religione”.
Stefano Delle Cave
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