Giunto ora l’epilogo di un lungo 2021, momento per tutti sospeso tra il fare un netto bilancio e i buoni propositi per la stagione successiva. Così di certo anche per l’ex campione del mondo MotoGP Joan Mir, quest’anno privato del tanto ambito titolo da Fabio Quartararo e arrivato solo terzo in classifica. Risultati finali che, tirate le somme, non sono da attribuire al solo maiorchino. Non tutte sue infatti le colpe, con una Suzuki che non pare aver tenuto il passo delle altre moto rivali in gara. Una significativa riconferma mancata quindi per la casa giapponese, gloriosa vincitrice della stagione 2020. Un riconoscimento che non avrebbe ricevuto però il dovuto valore, secondo il pilota spagnolo. Qui il suo amareggiato commento rilasciato a motorsport.com.
Le parole amareggiate di Joan Mir
È con discreto rammarico che Mir commenta, proprio nell’intervista su motorsport.com, quanta poca enfasi abbia suscitato il risultato raggiunto nel 2020 da Suzuki, seppur in un anno difficile come quello:
“Non è stato dato valore al fatto che Suzuki abbia vinto un mondiale dopo venti anni”.
Un titolo che era stato infatti raggiunto l’ultima volta dalla casa motociclistica nel lontano 2000 con Kenny Roberts Junior. Poco entusiasmo, nonostante questo, quello percepito secondo il maiorchino dagli addetti ai lavori, quello stesso anno che vedeva gli Autodromi vuoti:
“Lo scorso anno mi è dispiaciuto molto vincere il mondiale senza gente in circuito. È una cosa che mi porto dentro. Un titolo sottostimato? Da parte di tutti sì ma non da parte dei fan”, dichiara ancora il pilota a motorsport.com.
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Liliana Longoni
(credit-foto-Joan Mir (Team Suzuki Ecstar Facebook)