John Havlicek, il silenzio della leggenda

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Di Redazione Metropolitan

Quando si pensa ai Celtics vengono in mente giocatori come Larry Bird, Bill Russell e Paul Pierce. Ma a John Havlicek appartiene un particolare record che risale al 1° Aprile del 1973. Metropolitan Magazine approfitta di questo anniversario per raccontarvi “Hondo”.

I primi anni di Havlicek

“When he came in, we saw that he had the speed, he had the hands and he had the desire to want to win”

Sam Jones qualche anno fa ha espresso quelle che sono state le sue prime impressioni sull’ala piccola proveniente da Ohio State, con cui aveva raggiunto 3 finali di NCAA consecutive e vinto l’edizione del 1960. Ciò che stupisce del ragazzo di origine cecoslovacca è il suo straordinario fisico. Infatti nel Draft del 1962 viene scelto con la numero 7 dei campioni in carica, i Boston Celtics, ma anche dai Cleveland Browns, squadra della NFL con cui Havlicek decide di fare il training camp. Dopo poco ritorna sui suoi passi e si aggiunge ai Celtics di Russell con cui vincerà il titolo per le prime quattro stagioni. Qui ricopre un ruolo fondamentale alzandosi dalla panchina e rivoluzionando sostanzialmente il ruolo di sesto uomo nella storia del basket.

“Havlicek stole the ball”

Uno dei momenti più iconici della storia della pallacanestro americana: Gara 7 delle finali di conference tra Boston e Philadelphia (in cui giocava un certo Wilt Chamberlain), una manciata di secondi sul cronometro e risultato che vede i Celtics in vantaggio di un punto ma con la squadra della città dell’amore fraterno che ha una rimessa in zona offensiva. Hal Greer batte la rimessa e Havlicek con un colpo di reni sporca il pallone che finisce nelle mani di Sam Jones e sancisce la fine della partita e l’approdo alle Finals in cui batteranno i Lakers per 4-1.

John Havlicek contro Willis Reed.(Photo credits: Getty Images)

Il momento di “Hondo”

Dopo che Russell e Jones si ritirano nel ’69, con 6 titoli all’attivo John Havlicek è pronto ad essere il protagonista assoluto dei Celtics. Hondo, soprannominato così in onore del personaggio di John Wayne nell’omonimo film western, è un vero e proprio all-around player in grado di fare la differenza in entrambe le metà campo. Precisamente 47 anni fa, nella gara 1 delle Semifinali di Conference contro Atlanta, Havlicek mette in piedi delle cifre assurde in una mostruosa storica prestazione.
54 punti con 24 tiri dal campo realizzati su 36 tentativi, a cui aggiunge 9 rimbalzi e 6 assist, con il 100% dalla lunetta. Neanche a dirlo Boston si impone per 134-109 sugli Hawks con Havlicek che registra 2 record: il maggior numero di punti realizzati da un singolo giocatore in una gara di playoff della storia biancoverde e pareggia quello di tiri dal campo realizati appartenente a Chamberlain e raggiunto anche da Jordan nel 1988. L’anno dopo vincerà il primo titolo senza Russell e il premio di MVP delle Finals. Vincerà due anni più tardi un altro titolo e si ritirerà nel 1978 dopo 16 stagioni segnando 29 punti con 8 rimbalzi e 4 assist. Qualche mese dopo i Celtics “drafteranno” Larry Bird.

I risultati di un vincente

Una carriera ricca di successi con ben 8 titoli NBA conquistati (terzo ogni epoca dietro ai compagni Russell e Jones) e un sacco di riconoscimenti individuali. 13 convocazioni all’All-Star Game, 11 volte inserito in uno dei quintetti All-NBA e 8 volte in quello difensivo. Con 26395 punti è il sedicesimo marcatore di tutti i tempi e primo nella storia dei Celtics in cui è anche secondo per assist e quinto per rimbalzi. Diventa membro della Hall Of Fame nel 1984 e nel 1997 viene inserito nella lista dei 50 migliori cestisti di sempre. La sua maglia numero 17 è stata ritirata e resterà sempre appesa al TD Garden.
Si è spento quasi un anno fa a causa del morbo di Parkinson, ma un campione merita il giusto riconoscimento. Il suo nome, quello di una leggenda che ha fatto la storia della franchigia più vincente di sempre, non risuona nelle orecchie di tutti gli appassionati di basket. Ma forse è così che voleva il silenzioso Hondo.

Lorenzo Mundi

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