La fuga di Johnny Lo Zingaro è terminata ieri, in Toscana. L’ergastolano, evaso dal carcere di Fossano il 30 giugno scorso, è stato arrestato dalla Polizia Penitenziaria. Si nascondeva in un appartamento in provincia di Siena, insieme alla compagna, anch’essa latitante. La sua storia ci aveva ricordato il film Codice Criminale, uscito nelle sale poco prima della sua “ultima” fuga.
Il tweet della Polizia di Stato che annuncia la cattura di Johnny lo ZingaroL’arresto di Johnny lo Zingaro
È stato arrestato ieri, 25 luglio, Johnny lo Zingaro, al secolo Giuseppe Mastini. Tradito da un materasso o, come pensano i più romantici, dal desiderio di stare con la compagna.
Termina così, con un blitz della Polizia di Stato nell’appartamento di Taverne d’Arbia, dove i due si nascondevano, la fuga dell’ergastolano, durata 25 giorni.
Mastini si nascondeva insieme alla compagna, Giovanna Truzzi, anche lei latitante. La Polizia seguiva le tracce dell’uomo fin da quando era fuggito su un taxi a Genova. Il conducente lo aveva infatti riconosciuto.
Gli uomini della Direzione centrale anticrimine sono riusciti ad individuarlo a Pietrasanta, in provincia di Lucca, utilizzando tecnologie di ultima generazione. Da Pietrasanta si è poi è allontanato con la compagna, Giovanna Truzzi. Johnny e la donna sono stati seguiti dai Polizia di Stato e Penitenziaria fino all’arrivo a Taverne d’Arbia, in provincia di Siena.
Qui la coppia contava sull’ospitalità di alcuni parenti di Giovanna Truzzi che, per l’arrivo dei due, avevano ordinato un nuovo materasso. I poliziotti si sono allora finti i corrieri che dovevano consegnare il materasso. Una volta entrati nell’appartamento, si sono accertati della presenza di Johnny lo Zingaro, e hanno fatto scattare il blitz.
L’ultima fuga di Johnny lo Zingaro
Torna dunque in carcere Giuseppe Mastini, famoso come Jhonny lo Zingaro o anche come “il biondino”. Torna in cella dopo aver fatto parlare di sé in anni in cui i suoi delitti, la sua storia e il suo personaggio erano di fatto coperti da un velo d’oblio. Chi non ne aveva mai sentito parlare, è venuto a conoscenza di un personaggio della criminalità romana, attivo negli anni settanta e ottanta. Un personaggio salito agli onori della cronaca per una lunga scia di sangue, oltre che per il coinvolgimento nell’inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini, in quanto amico di Giuseppe Pelosi, unico ad essere condannato per la morte dello scrittore e da poco scomparso.
I 25 giorni della sua fuga hanno dato un tocco ancora più romanzesco, o cinematografico, alla sua vita. Dall’evasione, la seconda, allo stratagemma dei materassi per catturarlo, utilizzato dalla Polizia. Alle uniche parole dette ai poliziotti che ieri lo hanno catturato: “Questa è la mia ultima fuga”.
Lo ha riferito stamattina in una conferenza stampa Alfredo Fabbrocini, direttore della seconda divisione del Servizio Centrale Operativo della Polizia. Fabbrocini ha aperto la conferenza stampa con il ricordo dei colleghi vittime di Johnny lo Zingaro.
Jhonny lo Zingaro in una foto recente credits: Il Secolo XIXIn carcere, oltre a Giuseppe Mastini, anche la compagna Giovanna Truzzi, anche lei latitante, e la sorella Esterina, accusata di favoreggiamento per aver accolto la coppia in fuga a Taverne d’Arbia.
Un’epilogo che arriva a meno di un mese dalla notizia della fuga di Johnny lo Zingaro, che il 30 giugno scorso non si era presentato alla scuola di polizia penitenziaria di Cairo Montenotte, al confine tra le province di Cuneo e Savona, per lavorare in regime di semilibertà.
Chissà se davvero questa è stata l’ultima fuga.
Federica Macchia