Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, è tornato alla ribalta della scena musicale con il singolo “Oh, vita!”: ha anticipato l’uscita dell’omonimo album fuori dal 1 dicembre. Ascoltando il brano avvertiamo immediatamente il ritorno agli esordi jovanottiani. Strofe rappate, giochi di parole, ritmo essenziale ma con un ritornello radiofonico. Questo inno alla vita (“come posso io, non celebrarti vita, oh vita”) si presenta come biglietto da visita del suo nuovo disco. Scopriamo di cosa si tratta…
TRACKLIST
01. Oh, Vita! (03:34)
02. Sbagliato (04:30)
03. Chiaro Di Luna (03:59)
04. In Italia (05:15)
05. Le Canzoni (04:09)
06. Viva La Libertà (03:41)
07. Navigare (03:33)
08. Ragazzini Per Strada (03:13)
09. Quello Che Intendevi (04:51)
10. SBAM! (04:20)
11. Amoremio (04:28)
12. Paura Di Niente (03:44)
13. Affermativo (04:10)
14. Fame (08:17)
Dimenticatevi le hits da multiplatino, i tormentoni estivi alla “L’estate addosso” e le sonorità pop-dance style “Sabato”. Quattordici brani inediti in cui troviamo un Lorenzo Jovanotti altrettanto inedito. Signore e signori, ecco a voi “Oh, vita!”.
“Avevo bisogno di una svolta, queste 14 canzoni sono l’inizio di una storia.”
A cosa dobbiamo questo cambio di rotta? “Oh, vita!” è per definizione l’album meno jovanottiano di sempre. Il singolo di lancio parla da solo: è una vera sorpresa sia per il pubblico, sia per il mercato discografico. Ma Jovanotti, pur mettendosi in gioco sperimentando un sound inattuale, riesce a far centro in tutto e per tutto. Stiamo vivendo l’era del ritorno alle emozioni pure, senza le vanità che ruotano attorno alla musica e al suo processo di creazione. Ne è testimone Cesare Cremonini con la sua “Poetica” contenuta all’interno dell’ultimo disco “Possibili Scenari”: un brano che sfugge ai tutti i possibili canoni di una hit, si classifica come uno dei più apprezzati tra il suo repertorio artistico.
Le emozioni spesso vengono messe in secondo piano, vengono soffocate da ritmi incessanti e note disordinate. Autotune a volontà per camuffare le voci. Live privi di senso. Dov’è andata a finire la musica, quella vera? Quella che ci fa venire la pelle d’oca. Quella che chiudi gli occhi ed entri in un mondo parallelo.
Quella di Lorenzo Jovanotti.
Parliamo di questo disco come il ritorno a quel tipo di musica che abbiamo appena descritto. Nella sua estrema semplicità, intuibile già dalla cover alquanto essenziale, Jovanotti si mette a nudo come cantautore ed interprete. La vera protagonista di quest’ultimo lavoro è la chitarra acustica, presente in buona parte dei brani.
Chi ha dato forma a questo album insieme a lui è Rick Rubin, noto produttore discografico statunitense. Ha prodotto dischi di moltissimi artisti, per fare qualche nome: Metallica, Linkin Park, Eminem, Shakira, System Of a Down e via dicendo. Jovanotti è il primo artista italiano con cui collabora. C’è chi afferma che Rick Rubin abbia ucciso la musica di Jovanotti sfociando in un minimalismo troppo accentuato. L’obiettivo era ridurre al massimo suoni e strumenti “in più”: melodia e parole, nient’altro. Afferma Jovanotti in un’intervista:
“Il disco ha due anime opposte, quella cantautorale e quella hip hop. All’inizio Rubin voleva spingersi più sul songwriting, poi ha capito che, per una mia attitudine, non potevano mancare alcuni brani più rap e ritmati. ‘Oh, vita!’ non ha un aspetto centrale, che negli ultimi 10 anni è stato il pop elettronico. L’album rappresenta ciò che sono in questo momento: qualcuno sarà stupito, qualcun altro rimarrà deluso, ma questo disco è un pezzo di vita di un esser umano, il mio lavoro più italiano”.
Con le sue parole Jovanotti spiega l’equilibrio creativo che ha voluto raggiungere con il suo produttore. “Oh, vita!” segna una nuova rinascita volta a rompere con il passato, anche se non del tutto. Il suo stile resta comunque riconoscibile e a suo modo inimitabile. I nuovi sounds non esaltano al massimo lo spirito jovanottiano, ma sprizzano di un vitalismo mai visto fin’ora. La stessa titletrack “Oh, vita!” esplicita le nuove intenzioni. Scelte discutibili? Saranno le vendite a parlare. Dimenticatevi i pregiudizi prima di spingere play e mettervi le cuffiette: l’artista è nudo di fronte ai suoi limiti.
La tracklist segue una sua coerenza. In “Sbagliato” regnano chitarra acustica, un pizzico di ingenuità e un’atmosfera magica, “c’è qualcuno che danza sotto un cielo stellato”, la semplicità è simbolo della canzone. “Chiaro di luna” è il pezzo romantico del disco, si tratta di una vera poesia d’amore rivolta alla donna amata. A nostro parere, in base agli obiettivi che si è proposto quest’album, ne risulta la punta di diamante. Seguono pezzi forti e incisivi come “In Italia”, “Viva la libertà” e la profonda “Ragazzini per strada”. “Paura di niente” è una ballad intima: voce e chitarra ed un testo in cui è impossibile non immedesimarsi, ed emozionarsi, descrive delle verità a volte nascoste. Quattordici brani per mettersi a nudo, sullo stesso piano dell’artista, accompagnati dalla sua voce. Il carisma di Jovanotti emerge anche con pochissimi elementi come in questo caso. E’ una veste che abbiamo apprezzato, per la sua carriera era giunto il momento di prendere una svolta del genere. L’album si chiude così: “tenete bene sotto mira tutti quelli come me che hanno sempre fame, fame, fame”, un messaggio che rimanda al famoso motto di Steve Jobs (“stay hungry, stay foolish”).
Jovanotti ha dimostrato di essere ancora affamato dopo anni di carriera alle spalle, e questo disco all’insegna del vitalismo, delle sperimentazioni e di una nuova collaborazione con Rick Rubin ne è l’esempio. Venite ad ascoltarlo live: da febbraio a giugno 2018 parte il tour nei palazzetti delle città italiane.
“Questa volta vogliamo suonare fino a non poterne più. In Italia abbiamo scelto dieci città e ci staremo fino a prendere la residenza.”
“OH, VITA!” di JOVANOTTI – VOTO FINALE: 8.7 / 10
Giulia Pappalardo