Esattamente 40 anni fa il 13 giugno 1980, da qualche parte a San Feliu de Llobregat in Catalunya, nacque un re. Sembra l’inizio di una favola, ed in effetti a pensarci questa storia assomiglia molto ad una favola. Sia perché Juan Carlos è davvero il nome del re che ha governato in Spagna dal 1947 al 1975, sia perché le varie “Barcellona” in cui ha giocato il nostro protagonista erano delle squadre da favola. La nostra storia inizia proprio qui, a Barcelona, in un mite 23 novembre del 1997, dove Juan Carlos Navarro debutta con la maglia blaugrana. Il colpo di fulmine tra la città e “la bomba“, un altro dei suoi soprannomi dovuti al suo famoso tiro a goccia, si consuma subito. Sono 10 i punti fatti in appena 11 minuti, non penso serva altro da dire.
Le vittorie
Elencare tutte le vittorie del Barcellona in cui ha giocato Juan Carlos Navarro sarebbe impossibile, visto l’elevato numero di trofei nel suo palmares. Stiamo parlando comunque di un giocatore che in carriera ha vinto 8 campionati spagnoli, 7 coppe nazionali, 2 euroleghe e 5 supercoppe di Spagna, senza tralasciare la coppa Korac del 1999. Il primo campionato arriva agli albori della carriera, precisamente nel 1999, ma non è ancora protagonista, infatti gioca “solo” 17 partite in tutta la ACB. Con l’inizio del nuovo millennio, arriva anche l’inizio di una nuova era nella capitale catalana, Navarro gioca 34 partite ed inizia a far vedere qualche spruzzo del giocatore che incanterà l’europa intera per i prossimi anni. L’anno della svolta è il 2001, El rey inizia a giocare tanto e a segnare esattamente come un suo compagno di squadra con cui ha condiviso la medesima carriera e catalano proprio come lui…
Storia di un’amicizia
Nel 2001 quando la squadra batte in finale gli eterni rivali del Real Madrid, l’attenzione oltre che sui lituani Karnisovas (attuale gm dei Bulls) e Sarunas Jasikevicius, è tutta per la coppia di catalani che in tenerissima età hanno saputo dimostrare di essere grandissimi giocatori e tasselli fondamentali per i Blaugrana. Proprio accanto a Juan Carlos c’è un ragazzone alto 213 cm e con delle braccia lunghissime che lo aiutano a prendere tutti i rimbalzi che vuole e a segnare come più desidera: Pau Gasol. I due in Spagna riescono a vincere di tutto, ma in Europa sono un pò più sfortunati, soprattutto per i problemi fisici di Pau. Proprio poco dopo la vittoria di quella Copa del Rey la coppia si divide. Pau è chiamato dalle sirene della NBA e non può dire di no, cosa che invece farà La Bomba fino al 2008. Proprio nel 2008 la coppia si riforma in quel di Memphis. Navarro smentisce tutti coloro che lo criticavano per la scelta e tiene un buon ritmo con più di 10 punti di media, ma Memphis non è Barcellona.
Il ritorno
Navarro è nuovamente a casa, El Rey è tornato a prendersi il trono, e lo farà precisamente nel 2010 vincendo l’Eurolega da assoluto protagonista. Lo stile di gioco di cui stiamo parlando è, esteticamente, qualcosa di celestiale. L’eleganza che porta sul parquet il numero 11 è simile a quella di un torero nel duello contro il toro, o quella di un pittore nel rappresentare un angelo sulla propria tela. La squadra va forte, lui va fortissimo, è Eurolega. Mentre in quella vinta nel 2003 non era assoluto protagonista essendo compagno di campioni del calibro di Fucka e Bodiroga, in questa è il padrone assoluto della squadra, e non a caso MVP delle Final Four.
La nazionale
Nonostante ogni catalano non si senta spagnolo, la nazionale è sempre stata rispettata da tutti i grandi giocatori iberici, e dunque anche da Navarro. La sua generazione verrà ricordata come il cambiamento che ha portato il basket Spagnolo a grandissimi livelli, fino a sfiorare l’oro olimpico nel 2008 a Pechino contro gli USA di Wade, Bryant e James. Già a livello giovanile La Bomba vince mondiale di categoria ed europeo. Il culmine arriva nel 2006 quando a 26 anni lui e Pau Gasol portano le furie rosse sul tetto del mondo conquistando il mondiale. Seguono a ruota due ori olimpici, un bronzo e due europei; niente da aggiungere.
Il canto del cigno
Arriva così la sua ultima partita al Palau. L’emozione è tanta, 20 anni non si cancellano in un attimo. Una squadra per cui lui ha lottato, sudato e sputato il sangue. Una squadra a cui ha regalato il tanto agognato successo europeo, un atleta che ha fatto sognare generazioni di ragazzini che in un campetto nella periferia di Barcellona sognavano di diventare come La Bomba. Un uomo prima che un campione che ha sempre fatto il suo dovere per la maglia e che non si è mai tirato indietro, diventando una delle ultime bandiere del basket europeo, conquistandosi anche il titolo di Re.
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