La 2a giornata del campionato mette già l’una contro l’altra per la lotta Scudetto, riportando alla mente ricordi indelebili

C’era una volta Juventus-Napoli

La Juventus nei primi anni ’50 (fonte foto: Wikipedia)

JUVENTUS-NAPOLI/ Ogni grande rivalità parte da lontano, in questo caso pochi decenni dopo aver unito L’Italia sotto un’unica bandiera. Tutto nacque alla fine dell’Ottocento, quando il famoso “Triangolo industriale” formato da Torino-Milano-Genova aveva definitivamente dato il via alla separazione netta tra Nord e Sud. In quegli anni però il nuovo sport di origine inglese prese piede anche nella Penisola, dando vita ad alcune storiche società polisportive, tra cui Juventus e Napoli.

Il football però all’inizio venne visto come un’attività prettamente dedicata all’elite borghese, e non a caso la neonata FIGC (1898) consentì l’organizzazione di vari tornei apparentemente su scala nazionale, ma di fatto circoscritti alle sole regioni benestanti come Lomabradia, Liguria e Piemonte. Anche al Sud il calcio si stava dilagando a macchi d’olio, ma da un punto di vista logistico almeno per qualche anno al Nord non vollero sapere di trasferte in traghetto o treno per giocare delle partite di poco conto.

La protesta del Sud però non tardò ad arrivare: nel 1926, infatti, il CONI tramite spinta fascista emanò la “Carta di Viareggio“, un decreto che consentì alle squadre di Roma e e Napoli di poter competere diretatmente con le società di Milano e Torino, obtorto collo piegato alle decisioni politiche del tempo.

Juventus-Napoli: gli anni del core ‘ngrato

Josè Altafini core 'ngrato
Josè Altafini, primo core ‘ngrato (fonte foto: Gazzetta fan news)

Sul terreno di gioco, la rivalità tra Juventus e Napoli si accese negli anni ’70, quando si registrò il primo tradimento di un giocatore nei confronti della società partenopea. Tutto ebbe inizio quando l’attaccante José Altafini lasciò gli azzurri per spostarsi in casa Juventus, e quando nel ’75 fu proprio José l’ago della bilancia nella lotta allo scudetto tra le due rivali: una sua giocata quell’anno decretò campioni d’Italia i bianconeri, la faccenda valse a José l’appellativo di ‘‘core ‘ngrato”’, ma la storia sarà destinata a ripetersi (recente il tradimento di Higuain)

Prima di Diego…

Gli anni ’80 hanno rapresentato il periodo di massimo splendore del Napoli, soprattutto a partire dalla seconda metà del decennio, grazie alle prodezze di un certo Diego Armando Maradona, ma al fenomeno argentino ci arriveremo più tardi. Prima di Diego, il Napoli però sbatte tante volte contro il muro bianconero: dal 1980 al 1984 in 8 scontri, la Juventus è rimasta imbattuta, dando maggior valore al proprio rango, ma era solo questione di tempo prima che tutto venisse ribaltato.

El Pibe de Napoli

Il capitano del Napoli Diego Maradona (fonte foto: Itasportpress)

Il 5 luglio del 1984 però l’alieno argentino sbarcò al San Paolo, davanti a circa 80mila tifosi che da quel giorno lo venerarono come un dio, e visto i risultati ottenuti in 7 anni, come biasimarli. Ovviamente, anche la rivalità con la Juventus contagiò lo stesso Maradona, che nella stagione ’86-87 sfatò il tabù Torino, espugnando il Comunale 1-3 in rimonta il 9 novembre, nella stagione che alla fine consacrò proprio il Napoli come nuovo campione d’Italia. Sempre nello stesso mese, ma 2 anni dopo, la storia si ripeté, e come da copione lo spettacolo non venne meno: fu l’anno del pirotecnico 3-5, passato alla storia come la vittoria più ampia di questa rivalità calcistica.

Il Napoli era una realtà consolidata e si portò sul 3-0 con Carnevale ed una doppietta di Careca. Stavolta furono i bianconeri a scuotersi ed undici minuti dopo si portarono sul 3-2 con Galia e Zavarov. Il brasiliano marcò la quarta rete azzurra, De Agostini su rigore ridiede speranze alla Signora che fu definitivamente trafitta all’85° da Renica.

Dopo Diego, ancora Juve

Hamsik e Datolo protagonisti della rimonta con il Napoli nel 2009 (fonte foto: IamNaples.it)

Quando nel 1991 Maradona dovette smettere di giocare con la maglia azzurra per via dei suoi problemi di droga, la rivalità Juventus-Napoli tornò ad essere a senso unico: per ben 16 anni, i piemontesi uscirono sempre indenni dai vari scontri con i partenopei, ma nel 2007 al San Paolo gli azzurri si imposero con un netto 3-1, contestato dai bianconeri per due rigori concessi alquanto dubbi e che continuarono ad alimentare il fuoco dell’acerrima rivalità. Per rivedere una vittoria al Comunale di Torino bisognerà aspettare il 31 ottobre del 2009, una serat in cui i bianconeri videro veramente tante streghe: anche qui, come nell’86, fu una rimonta. Trezeguet e Giovinco portarono sul 2-0 i bianconeri, Hamsik, Datolo e ancora Hamsik per il 3-2 finale che fu il vero biglietto da visita di Mazzarri che aveva rilevato la guida tecnica solo due settimane prima.

Juventus-Napoli oggi

Il gol di Koulibaly allo Stadium nel 2018 (fonte foto: FoxSports)

Negli ultimi anni il dominio a tinte bianconere ha tenuto accesa la fiamma della rivalità, anche se sul campo la supremazia dei piemontesi si è fatta sentire più del dovuto. A partire dal 2014, anno di insediamento di Allegri sulla panchina bianconera, il Napoli si è sempre posto come antagonista principale per lo Scudetto, ma nè Benitez, né Sarri sono mai riusciti nell’impresa. A Sarri però va il merito di aver regalato l’ultima vittoria in campionato dei partenopei in casa della Vecchia Signora, grazie al gol di testa di Koulibaly che per un momento fece tornare i tifosi partenopei ai tempi di Maradona, quando la la Juventus trovò veramente pane per i suoi denti.