
Alcuni diplomatici americani in Afghanistan avevano avvisato Washington un mese fa della possibile caduta di Kabul per mano talebana raccomandando di accelerare le evacuazioni. Ora continua la corsa contro il tempo all‘aeroporto della capitale afghana con il limite fissato per il 31 agosto. Oggi il G7 sulla crisi afghana
Kabul, gli americani sapevano da un mese della probabile caduta
Il Wall Street Journal ha svelato sulle sue pagine del suo giornale che una ventina di dirigenti dell’ambasciata americana di Kabul inviò un cablogramma il 13 luglio sul canale in cui era possibile per loro esprimere il proprio dissenso. Si tratta di un memo diretto al segretario di Stato Antony Blinken e ad un altro funzionario. Con esso i mittenti mettevano in guardia gli Stati uniti sull‘avanzata talebana e sul probabile crollo dell’esercito afghano. Si rendeva nota anche la prossima caduta di Kabul e l’eventualità di accelerare le operazioni di evacuazione da effettuare entro il 31 agosto. Lo stesso avvertimento arrivò anche dall’intelligence ma ciò nonostante gli Stati Uniti andarono avanti senza prendere alcun provvedimento. Ora la disperata corsa contro il tempo per rispettare quel 31 agosto oltre cui i talebani hanno minacciato attacchi.
Il G7 e la richiesta di proroga
Chiedere al presidente Joe Biden che si continui evacuare tutti i cittadini stranieri di paesi della Nato coinvolti nel conflitto e gli afghani con visto oltre il 31 agosto. È questo quanto è pronto a chiedere il premier inglese Boris Johnson che stamane presiederà il G7 sulla crisi afghana. Si valutano in alternativa corridoi verso paesi terzi confinanti come il Pakistan. Di contro la decisione americana di cercare di rispettare a tutti i costi il limite del 31 agosto e la minaccia talebana di attacchi se esso non sarò rispettato. Una minaccia che Il G7 tenterà di scongiurare proponendo un governo di coalizione nazionale in Afghanistan che rispetti tutti i diritti civili acquisiti in territorio afghano ed evitando il ritorno de terrorismo.
Stefano Delle Cave