Cultura

Intervista al regista Ken Loach

Adv

In occasione della presentazione romana in anteprima di “Sorry We Missed You“, il regista inglese ha rilasciato una lunga intervista agli accorsi alla proiezione. Noi eravamo lì e adesso ve la raccontiamo

Il 14 dicembre è stato presentato in anteprima, al cinema Quattro Fontane di Roma, l’ultimo film del grande regista Ken Loach, “Sorry We Missed You”, sceneggiato dal fedele Paul Laverty.

Il film è un’opera densa e delicata di estremo rigore narrativo, dove l’assenza di orpelli e di sovrastrutture narrative, restituisce la realtà <<intollerabile>> della working class inglese.

Ken Loach alla presentazione romana di "Sorry We Missed You"
Il regista Ken Loach alla presentazione del film a Roma – Photo Credit: Federica Sposato

Ormai noto cantore delle fatiche e delle tragedie della classe lavoratrice, il regista inglese mette in scena il mondo del lavoro spietato, rispondente solo alle leggi del capitalismo, per il quale la produttività è il bene più prezioso da salvaguardare, a costo di rinunciare a curarsi se ammalati o a passare del tempo con i figli soli di questa classe disperata, perché l’alternativa è finire per strada.

Narrare la working class

Condotta da un sempre tristemente ironico Zoro, l’intervista a Ken Loach ha girato intorno all’attuale situazione politica della Gran Bretagna, alle elezioni che hanno interessato il Paese e alle politiche del lavoro. Il regista non ha mai cercato di stemperare la sua militanza politica, questo anche perché, come ha avuto modo di dire nell’intervista, ha cominciato a fare cinema quando l’autonomia degli autori era minimamente garantita, mentre adesso il sistema produttivo cinematografico è compromesso fin dal primo respiro, governato da un estremo controllo e mosso dalla burocrazia e dal denaro.

” La voce originale degli scrittori o dei registi non ha la possibilità di farsi sentire ai giorni d’oggi. Quando io ho cominciato negli anni ’60 alla BBC mi veniva data la possibilità di fare un film che veniva mostrato al capo del dipartimento il giorno stesso in cui il film usciva. Adesso ogni elemento del film è gestito a livello microscopico, casting, scrittura, produzione, da una piramide di burocrati. Per cui viene fatta fuori ogni originalità. Probabilmente perché si rendono conto che si tratta di un mezzo potente

Successivamente il conduttore chiede quale sia e quale possa essere il ruolo degli intellettuali, e quanto possa incidere a livello politico; alla domanda Loach risponde: << Penso che un piccolo effetto si possa avere. Il discorso pubblico è fatto di molte voci, e la nostra è una piccola voce in un grande coro di altre voci. Ma quello a cui abbiamo assistito nel nostro Paese negli ultimi anni, che ha raggiunto l’apice nell’ultima settimana, è stata una propaganda che ha praticamente coperto le varie voci diverse [si riferisce ad episodi riguardanti Jeremy Corbyn, n.d.r.]>>.

cast di "Sorry We Missed You" di Ken Loach
Il cast del film alla presentazione nel Regno Unito – Photo Credit: bigpicturefilmclub.com

Un film senza sfarzo

La colonna sonora del film è asciutta e mai caricata. Non c’è musica, non ci sono suoni cupi che accentuano il dolore, non c’è enfasi di nessun tipo sugli elementi drammatici del film. Eccetto una canzone a chiusura dove (senza svelare troppo!) evidente è il senso che, nonostante tutto, quello che siamo chiamati a fare è andare avanti e lavorare.

” Mi auguro che comunichi [il finale, n.d.r.] la percezione che è qualcosa di intollerabile e che è qualcosa che non possiamo sopportare. Perché questa è la richiesta da parte delle grandi imprese, che le cose debbano essere così. E peraltro, il manager del magazzino [in cui lavora il protagonista, n.d.r.] lo spiega durante il film: che c’è concorrenza tra questo deposito e tutti gli altri, e alla fine il lavoro verrà dato al più economico, più veloce e più affidabile. E il costo di questo è una working class sfruttata oltre ogni limite. E noi sappiamo, anche se non è nel film, che il capo di Amazon è l’uomo più ricco al mondo. Questa differenza così marcata, così evidente, non è qualcosa che si può sopportare. Non è soltanto la disuguaglianza, ma anche la distruzione del pianeta, perché ciascuno di quei furgoni non fa altro che bruciare combustibili fossili. É allucinante che ogni pacchetto venga trasportato da un furgone che brucia benzina, e questo colpirà i figli dei borghesi tanto quanto i figli degli operai.”

Il lavoro con gli attori

<< Abbiamo fatto il casting del film cercando le persone che hanno capito a livello profondo che cosa questa situazione significa. Ad esempio Kris, che interpreta Ricky, ha cominciato a fare l’attore, ma per la gran parte della sua vita ha fatto l’idraulico, quindi ha passato la maggior parte della sua vita spostandosi su un furgone. Debbie, che è Abbie nel film, in realtà prima è apparsa in TV solo con una battuta, ma il suo lavoro è quello di insegnante di sostegno a scuola. I due ragazzini sono stati presi dalle scuole locali. Abbiamo lavorato all’inizio improvvisando qualche scena familiare, per cui ad esempio, Debbie e Kris hanno preparato insieme un pasto all’interno del loro appartamento e poi sono usciti di casa insieme. Abbiamo provato scene di piccole cose che sarebbero potute succedere prima dell’inizio del film. E poi abbiamo girato in ordine cronologico, per cui loro la storia praticamente la scoprivano mano a mano che giravamo. Per cui se c’era una sorpresa giravamo la sorpresa>>.

“La maggior parte delle persone lavora per poi avere dei bei momenti con la famiglia, con gli amici; ma questo diventa sempre più impossibile. E questo non vale soltanto per i manager, ma anche per persone che lavorano ai livelli inferiori. La tecnologia significa che le persone sono reperibili continuamente, giorno e notte. Ma quando parliamo di tecnologia dobbiamo ricordarci che la conoscenza è neutrale, il problema è chi la possiede. Ricky [che lavora come facchino per una ditta che effettua consegne, n.d.r.] è circondato e governato dalla tecnologia sul furgone, ma potremmo utilizzare la stessa tecnologia per rendere migliore la nostra vita. Un’altra cosa: il partito laburista con la leadership di sinistra, a queste elezioni ha semplicemente detto che avrebbero usato la tecnologia per ridurre l’orario lavorativo settimanale, puntando ad una settimana lavorativa di 32 ore, in futuro. Per aver detto questa cosa sono stati derisi e ridicolizzati. Eppure è una cosa di buon senso!

Ken Loach "Sorry We Missed You" presentazione Cannes
Ken Loach alla presentazione di “Sorry We Missed You” a Cannes 2019 – Photo Credit: movieplayer.it

Bisogna continuare a lottare

Il messaggio finale del regista è comunque di incoraggiamento: << L’ultimo film, “I, Daniel Blake”, è stato nei cinema varie settimane. Ma nei cinema non ha raggiunto le comunità dove vivevano le persone di cui parlava il film, e sapevamo che questo sarebbe potuto succedere. I distributori, in maniera molto intelligente, hanno organizzato il fatto che le copie potessero essere noleggiate a prezzi molto bassi per essere proiettate all’interno delle comunità locali. Per cui ogni organizzazione di beneficenza, o una scuola, un club sportivo, un settore sindacale, ogni gruppo, perfino una chiesa, poteva noleggiare la copia del film, poteva farsi pagare il biglietto all’ingresso e poi, alla fine della proiezione, discutere del film. E indovinate un po’?! Il film è stato proiettato per settecento volte in questa modalità. Per cui il film è entrato in maniera capillare all’interno delle comunità, le stesse comunità che vivevano le storie raccontate nel film. Ci auguriamo che la stessa cosa possa accadere con questo film>>.

Ce lo auguriamo anche noi!

Vi invito a leggere anche la recensione del film, di Tommaso Lonzar, che ha assistito alla proiezione del film insieme a me.

Adv
Pulsante per tornare all'inizio