Kenya: violenze post voto

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Di Redazione Metropolitan

Elezioni in Kenya: vince Uhuru Kenyatta, ma l’annuncio ufficiale della sua elezione da parte della Commissione elettorale provoca proteste. L’opposizione scende in piazza e lo accusa di brogli, come nel 2013. Il bilancio degli scontri è di 24 morti e 93 feriti. E il numero potrebbe aumentare.

Uhuru Kenyatta, presidente del Kenya credits: buzzkenya.com

Scontri post elezioni in Kenya: la storia si ripete

Uhuru Kenyatta ha vinto le elezioni, come nel 2013, e come quattro anni fa è diventato presidente del Kenya superando Raila Odinga, leader del partito ODM. Si sono ripetute anche le proteste e le contestazioni dell’opposizione, che accusa brogli. Il risultato è un bilancio che al momento conta 24 morti e quasi 100 feriti, secondo quanto riferito da La Croce Rossa e un’organizzazione kenyana di difesa dei diritti umani. Tra le vittime anche una bambina di 9 anni, vittima di una pallottola vagante. Tra i feriti, anche quattro giornalisti, picchiati e costretti a consegnare le loro attrezzature.

Secondo i testimoni, gli scontri più violenti si sono avuti a Mathara e Kibera, i quartieri periferici della capitale, e nella città di Kisumu, tutte roccaforti dell’opposizione. L’intervento della polizia è stato “deciso”: gas lacrimogeni, manganelli e spari ad altezza d’uomo, anche per disperdere la folla. Secondo il governo la polizia è intervenuta, invece, contro “criminali e teppisti e per impedire saccheggi”.

La situazione, sia a Nairobi che a Kisumu, sarebbe ancora caotica e pronta ad esplodere di nuovo.

Il voto presidenziale in Kenya

Le consultazioni presidenziali si sono tenute lo scorso 8 agosto, ma i risultati, a causa delle proteste, sono stati ufficializzati solo dopo alcuni giorni. La commissione elettorale del Kenya ha dunque reso ufficiale la vittoria di Kenyatta, presidente in carica da marzo 2013, con il 54,3 per cento dei voti. L’avversario Raila Odinga, invece, si è fermato al 44,7 per cento.

Per il capo della commissione elettorale “il voto è stato credibile, giusto e pacifico“. Gli osservatori internazionali hanno descritto il processo elettorale come giusto ed equo. L‘opposizione, invece, ha parlato di “farsa elettorale” e di voto informatico truccato, anche se non sembra abbia intenzione di fare ricorso alla Corte suprema, come tentato inutilmente nel 2013.

Dove sarà la verità? Di sicuro resta un paese, il Kenya, piagato da divisioni interetniche, povertà e corruzione. Un paese che ha davvero bisogno di crescita e di pace.

Chi è Kenyatta, al secondo mandato come presidente del Kenya

Uhuru Kenyatta, eletto e confermato per la seconda volta presidente del Kenya, ha 56 anni, ed è un politico dai natali importanti. È figlio di Jomo Kenyatta, padre dell’indipendenza del Kenya dalla Gran Bretagna.

Kenyatta è stato leader del KANU, ex partito unico del paese, che guida dal 2013 e che si prepara a guidare per i prossimi 4 anni. Una nazione dalla situazione, politica e sociale, non facile. E attentamente monitorata dalla comunità internazionale, che spera, come la maggior parte dei kenyani, in una stabilità a lungo termine. La speranza è quella di poter raggiungere crescita economica ed unità.

Viste le premesse, il compito più difficile di Kenyatta sarà proprio quello di diventare il presidente di tutti. E di dare al suo paese il futuro che merita.

Federica Macchia