Kim Jong-un sarebbe già deceduto? È questa l’indiscrezione che rimbalza nei media, ma che non trova ancora alcuna conferma ufficiale. A lanciare la notizia in Italia è stato Dagospia, che cita fonti russe e cinesi a sostegno dell’ipotesi.
Le autorità del lato nord della penisola coreana tacciono, così come i giornali di regime, che da alcuni giorni non pubblicano notizie riguardanti la “guida suprema della Repubblica Popolare di Corea”.
Sono passati pochi giorni dalla prima indiscrezione, lanciata dal giornale sudcoreano Daily Nk, e rafforzata da non meglio precisate fonti dell’intelligence statunitense, secondo cui il leader nordcoreano sarebbe in fin di vita, o per lo meno in gravi condizioni di salute, a seguito di un serio intervento cardiaco, avvenuto in questo mese, forse il 12 aprile.
Una fonte del Daily NK all’interno del paese suggerisce che il leader è stato operato all’ospedale personale della famiglia Kim “Hyangsan“, vicino al Monte Myohyang, nella provincia del Pyongan settentrionale.
L’agenzia stampa Routers aggiunge un elemento in più; la Cina, nella giornata di giovedì, avrebbe inviato un team medico in Corea del Nord per prestare assistenza al dittatore.
I vicini del sud nei giorni scorsi hanno dichiarato di non aver osservato nulla di inusuale, almeno fino a ieri, quando il Capo della difesa sudcoreana ha reso noto che la Corea del Nord stia mostrando un “aumento insolito” nell’ispezione delle armi militari. Sono stati inoltre segnalati casi di intensificazione delle operazioni dell’aviazione. Il capo della difesa ha anche affermato che il Nord non ha risposto alle offerte di colloqui.
Come nasce la tesi della morte di Kim
La tesi della morte è avvalorata dalla misteriosa ed incomprensibile assenza del 15 aprile alle celebrazioni del “Giorno del Sole”, di gran lunga la più importante festa nazionale celebrata in Corea del Nord, il giorno di compleanno di Kim Il-sung, il fondatore della Repubblica Popolare Democratica di Corea.
Kim, nella ricostruzione, si sarebbe sottoposto all’intervento dopo aver presieduto la riunione dell’11 aprile del politburo del Partito dei Lavoratori, ultimo evento al quale è apparso. Paradossalmente, anche il lancio di missili a corto raggio negli ultimi due mesi, l’ultimo dei quali proprio alla vigilia del “Giorno del sole”, hanno dato l’impressione che nulla di più strano del solito stesse avvenendo in Corea del Nord.
Non è la prima volta, tuttavia, che si dà per morto un leader nord coreano solo perchè sparisce per un periodo più o meno lungo. È successo anche allo stesso Kim Jong-un quando, nel 2014, non è apparso in pubblico per tre settimane. Non è impossibile, quindi, che anche questa volta il giovane dittatore riappaia vivo e vegeto, smentendo le voci che circolano in questi giorni.
I pareri di Francesco Sisci e Brent O’Halloran
A credere alla morte di Kim Jong-un è Francesco Sisci, sinologo e giornalista che vive in Cina da più di trent’anni, intervistato da Pio D’Emilia, giornalista di Sky Tg24: “Credo sia così, anche se non ho la certezza matematica. Ho saputo da tante fonti di tanti Paesi che è morto“.
Di parere opposto è, invece, il coordinatore degli esteri di Sky News Australia, Brent O’Halloran, il quale afferma che le voci sulla morte di Kim Jong-un sono “fortemente esagerate“.
“È difficile parlare con molta certezza di qualsiasi cosa abbia a che fare con il leader nordcoreano o in effetti qualsiasi cosa accada all’interno della nazione eremita“, ha affermato O’Halloran.
Non è un mistero che la Corea del Nord è il paese più chiuso del mondo, qualunque notizia deve essere maneggiata con estrema cautela; già in passato si erano sostenute notizie relative alla morte di alcune figure di spicco all’interno del paese, salvo poi essere smentite mesi o anni dopo.
Sarà la sorella Kim Yo-jong a prendere il posto del dittatore?
La notizia della dipartita di Kim, comunque, potrebbe non essere campata in aria. In passato la morte del padre dell’attuale dittatore, Kim Jong-il, avvenuta il 17 dicembre 2011 per un infarto, fu annunciata con due giorni di ritardo.
In quel caso, però, era già chiaro chi gli sarebbe succeduto nella più alta carica del regime. Se le voci dovessero risultare vere, la situazione sarebbe molto più complicata, dato che tutti i figli di Kim sono ancora troppo piccoli e nessuno di loro può prendere il posto del padre.
A differenza di quanto accade in Cina dove, in linea teorica, il potere è conferito al popolo, il quale viene rappresentato dal Partito Comunista, in Corea del Nord il governo è manifestamente dinastico. La famiglia Kim è la sola legittimata a guidare il paese, quasi come se fosse investita di mandato divino, e fino ad oggi il ruolo di guida suprema del paese è stato sempre tramandato di padre in figlio.
Sarà molto interessante capire cosa ne sarà del governo del paese se la morte di Kim dovesse essere confermata. In molti, nei giorni scorsi, hanno avanzato l’ipotesi che a prendere il posto di Kim potrebbe esserci la sorella, Kim Yo-jong, negli ultimi tempi sempre più vicina al leader. La possibilità che sia una donna a prendere le redini del governo è certamente inusuale in un paese fortemente conservatore come quello nordcoreano, ma certamente suggestiva.
Il mondo intero resta in attesa di ulteriori sviluppi.
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