Stasera torna in tv su Spike “King Arthur“, la versione di Antoine Fuqua della leggenda arturiana con Clive Owen nel ruolo del valoroso condottiero che dovrà vedersela con i terribili Sassoni, invasori della sua Britannia. Un film che vuole essere al tempo stesso epico e storico senza rinunciare ai personaggi della leggendaria saga.

La storicizzazione di King Arthur


Ispirato a presunti ritrovamenti archeologici citati nell’incipit, il film tende a storicizzare la figura di Artù, facendolo diventare Artorius Castus, un condottiero romano del V secolo d.C. In un momento in cui era in atto la dissoluzione dell’impero sotto le pressioni barbariche. Al suo fianco Lancillotto e Galvano, cavalieri Sarmati che insieme ad altri compagni, i futuri cavalieri della Tavola Rotonda, aiutano Artù nella difesa della Britannia dall’invasione dei Sassoni. Anche Ginevra viene assoggettata al contesto storico e diventa una donna di una tribù bretone, figlia di Merlino che da mago diviene druido.

Il trailer di King Arthur

Le controversie sul film e le accuse di Manfredi


Questo tentativo di Fuqua ha generato non poche controversie che vanno dalla possibile inesistenza storica di un condottiero di nome Artù ad inesattezze temporali. Si pensi per esempio alla presenza in Britannia dei Sarmati che sarebbero stati sull’sola secoli prima o il potere temporale attribuito alla chiesa, in realtà in quell’epoca priva di esso. Una controversia che ha portato anche alle critiche del famoso autore di romanzi storici Valerio Massimo Manfredi che aveva già fatto un operazione romanizzante del ciclo arturiano con il suo libro “L’ultima legione”. Un libro plagiato, a suo dire, da Fuqua. Ciò nonostante “King Arthur“, girato tra Irlanda e Inghilterra con un budget di 120 milioni di dollari, ha incassato in tutto il mondo quasi 204 milioni di dollari. Manfredi è poi comunque riuscito a portare sullo schermo il suo romanzo diventato un omonimo film.