Kurt Kitayama chiude il primo giro all’Open d’Italia in 66 al terzo posto. Kitayama racconta alla FIG le difficoltà del percorso e la sua rapida ascesa.

Stai avendo una stagione incredibile, un paio di vittorie arrivate presto (Oman Open e AfrAsia Bank Mauritius Open ndr). Hai dovuto ridefinire i tuoi obiettivi ed aspettative?

Sì, di sicuro. Io arrivo dalla categoria Q-School e ho posto le mie aspettative più in alto. Ogni tanto è dura per i ragazzi delle Q-School mantenere la carta là fuori, ma dopo una vittoria hai un po’ di libertà in più… anche solo per giocare liberamente. Non mi preoccupa finire in alto e giocare per la vittoria, però è stato qualcosa di diverso dal solito.

Hai fatto un ottimo giro di apertura: ti senti a tuo agio in questa posizione dopo un 66 in un torneo della Rolex Series?

Sì, assolutamente. Provo solamente ad usare le esperienze delle precedenti vittorie. Ovviamente questo è un evento più importante, basta stare concentrati sul momento e fare un tiro alla volta. Cerco di stare il più rilassato possibile e, non so perché, mi sono sentito bene là fuori oggi, molto a mio agio. Non penso al fatto che sia un evento della Rolex Series.

Quali difficoltà offre il percorso?

Probabilmente le difficoltà sono di più dal tee, limitati dagli alberi, quindi il tee-shot diventa più stretto. Oggi però ho usato bene il Drive e questo mi ha dato più opportunità di ottenere un ottimo score. Sto giocando un po’ più di wedge perché si sta giocando molto lunghi ma se uso bene il Drive, avrò sempre più opportunità.

Ti stai godendo il tempo in Italia?

È fantastico. Ieri ho passato la giornata girando per la città ed è stato molto divertente. Ogni tanto si viene troppo presi dal golf e dai suoi dintorni, però è fantastico quando si va in città del genere con molta storia. Ho fatto pratica e dopo sono andato in centro, è stato bello.

Intervista rilasciata in inglese alla Federazione Italiana Golf
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