Kjaer, da oggetto misterioso a strenuo difensore del “Diavolo”

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Di Andrea Mari

Kjaer (Getty Images)
Kjaer (Getty Images)

Un “Diavolo” protetto da un danese. Oppure un “diavolo di danese“. Il Milan delle meraviglie di Stefano Pioli sta stupendo davvero tutti a suon di risultati. I rossoneri, in questo momento, detengono la testa delle due competizioni stagionali alle quali stanno partecipando e la loro smania di vittorie, spesso ispirata da uno Zlatan Ibrahimovic devastante. I meneghini, infatti, sono il battistrada della Serie A in virtù dei 16 punti (cinque vittore ed un pareggio) incamerati in sei partite e siedono sul trono del Girone H di Europa League dopo aver sconfitto Celtic e Sparta Praga. Novembre è da poco entrato ed il Milan ancora viaggia da imbattuto. Una soddisfazione gigantesca per tutta la società ed il parco giocatori. Nel gruppo, poi, il tecnico ex Fiorentina ha scoperto di poter contare su un difensore, arrivata in punta di piedi, dal rendimento eccellente: Simon Kjaer, gradualmente, si è preso il centro della difesa rossonera a suon di prestazioni davvero convincenti.

Parole e rendimento da leader per Kjaer

Proprio il danese ex Roma è stato protagonista della conferenza stampa che ha preceduto la vigilia del match europeo Milan-Lille. Il calciatore nordico è apparso molto sicuro parlando da vero e proprio leader: “Siamo cresciuti molto da quando sono arrivato qui, ora siamo una squadra in salute. Il modo con cui lavoriamo insieme è importante, abbiamo fatto un percorso fantastico, grazie al mister e allo staff. Siamo contenti di quello che stiamo facendo ma dobbiamo continuare a giocare dando il massimo in ogni singola partita. Quando vieni nel Milan sai perfettamente che lotti per vincere e non per fare vacanze”.

Per Simon Kjaer è una rivincita. Dopo l’ottimo periodo trascorso a Palermo (2008/10), il centrale di difesa non era più riuscito a dimostrare di poter essere nuovamente importante nel campionato che, di fatto, lo aveva lanciato nel grande calcio. Perché al di fuori dei confini del nostro Paese, il prodotto delle giovanili del Midtjylland non ha sfigurato vestendo le maglie di Lille (questa sera gara da ex per lui), Fenerbahçe e Siviglia. Le delusioni più cocenti sono arrivate nelle esperienze di Roma e Bergamo: con i giallorossi ed Atalanta, il difensore danese non è riuscito ad imporsi come avrebbe voluto. È arrivato a Milano, sponda rossonera, in prestito dal Siviglia, dopo che Gian Piero Gasperini (in appena 5 presenze) l’ha bocciato senza appello.

Coppia perfetta con Romagnoli

Da gennaio, però, il suo rendimento è salito vertiginosamente: ha disputato, nella scorsa stagione, 15 presenze con il Milan diventando un punto fermo anche in questo avvio di campionato che vede i meneghini proiettati verso un torneo da protagonisti in campo italiano ed europeo. Le sue caratteristiche si fondono perfettamente con il modo d’interpretare il calcio di Stefano Pioli e con Alessio Romagnoli l’intesa è ottima. È costato 2,5 milioni di euro. Tra lo scetticismo generale della vigilia, Paolo Maldini e lo staff tecnico possono ritenersi davvero soddisfatta: la scommessa danese è stata ampiamente vinta.

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