Ha inaugurato il 2 marzo la mostra “La cattura di Cristo” – Il capolavoro di Caravaggio, presso il Palazzo Ricca di Napoli, a cura della Fondazione Banco di Napoli. Visitabile dal 2 marzo al 16 giugno 2024, è una mostra che analizza nel dettaglio una sola opera.

Mostra di Caravaggio a Napoli: “La cattura di Cristo”

La mostra ha la tipica impostazione di questo tipo di eventi-spettacolo, che focalizza l’attenzione solo su un’unica opera. Una sola stanza, al buio, per contemplare al massimo l’opera d’arte. La luce, impostata in modo tale da poter vedere il dipinto di lato, proprio come l’aveva pensato Caravaggio, inizialmente sembra un errore. Eppure, raggiungendo la giusta angolazione, finalmente si ammira la complessità del maestro.

L’esposizione poi prosegue con due pannelli informativi che raccontano la storia del restauro, le varie radiografie, e le conclusioni tratte. Il dipinto ha fatto già diverse tappe in Italia, a partire dallo scorso anno. Anche se, la sua scoperta si deve a Roberto Longhi, illustre nome della critica italiana, che lo aveva esposto in mostra per “Caravaggio e i caravaggeschi” nel 1951. E la mostra così si conclude: è possibile tuttavia continuare il percorso parallelo all’interno dell’Archivio del Banco di Napoli, che racconta, con un utilizzo straordinario della tecnologia, tantissime storie della città, organizzata dal Museo IlCartastorie.

La storia del dipinto

Dopo un intervento di accurato restauro e un’intensa attività di studio, effettuata anche attraverso indagini diagnostiche, viene esposto in mostra un grande capolavoro di Caravaggio: la prima versione della famosa composizione raffigurante “La presa di Cristo”.

Ne vengono documentate per la prima volta in mostra le prestigiose provenienze: la collezione Mattei, la collezione Colonna di Stigliano e la collezione Ruffo di Calabria, per il cui tramite è pervenuta presso all’attuale proprietario. La mostra evento sarà, infatti, corredata dall’esposizione di pannelli didattici che narrano la storia della composizione, attraverso una ricerca delle varie copie e una meticolosa documentazione di tutti i risultati diagnostici effettuati nell’ultimo ventennio.

Gli esemplari nel mondo

La Presa di Cristo della collezione Mattei, nota attraverso numerose copie e presunti originali, è una delle composizioni spiritualmente più intense e ricche di pathos dell’attività romana di Michelangelo Merisi da Caravaggio (Milano 1571 – Porto Ercole 1610). Essa costituisce un vero corrispettivo a destinazione privata delle stupefacenti tele della cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi (1599-1600) e della cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo (1600), che segnano una radicale svolta in termini espressivi nella produzione dell’artista lombardo, dopo la prevalenza di soggetti di genere e a tema mitologico degli anni precedenti.

In questa sede si ripercorre la controversa storia della potente invenzione caravaggesca e delle sue testimonianze pittoriche, che hanno un vertice nelle due redazioni della raccolta Ruffo di Calabria, ritrovata da Roberto Longhi nel 1943, e della Compagnia dei Gesuiti di Dublino, in deposito presso la National Gallery of Ireland dal 1993.

Perché andare a visitare la mostra di Caravaggio a Napoli?

L’occasione unica di incontrare, il giorno dell’inaugurazione, il proprietario Mario Bigetti, collezionista ed ex gallerista, ha reso l’esperienza ancora più coinvolgente e formativa. Il collezionista e critico d’arte ha infatti ripercorso i voluti errori pittorici del Merisi, che con un gioco di ombre e luci ha ricreato un’atmosfera straordinaria. Tuttavia, la formula di unico quadro rende benissimo dal punto di vista di meraviglia, sorpresa e intrattenimento. Dal punto di vista educativo, pecca forse di contenuto: oltre alla bellezza dell’opera, mancano tante spiegazioni e punti di vista che in maniera singola possono essere difficilmente intuibili.

Ma che, come forse non tutti sanno, non nasce in realtà come ritrattista, ma lo diventa. E questo suo costante modificarsi e migliorarsi, ingannando l’occhio con lunghezze e proporzioni ben distanti dalla realtà, rendono questo quadro un vero e proprio mistero da diversi milioni di euro (o dollari). Per gli appassionati, è sicuramente un evento imperdibile; per i curiosi, è occasione di incontrare uno spunto di ricerca. Dieci e lode per il catalogo, accurato ed evidente frutto di anni di studio e ricerca. La mostra è visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00. Il costo dei biglietti è il seguente: 10 euro intero; 5 euro ridotto 12-17 anni; gratis da 0 a 11 anni e persone con disabilità e accompagnatore.

Marianna Soru

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