L’Eco di Mosca e Dozhd TV, due degli organi di informazioni più critici nei confronti della politica del Presidente Putin, sono stati silenziati ieri. Aumentano le strette repressive nei confronti dei russi che cercano di dissociarsi dall’operato del loro Capo di Stato. Le parole guerra, attacco e invasione sono diventate impronunciabili, per il governo si tratta ancora di un’operazione militare speciale.

La censura in Russia asseconda le narrazioni del Cremlino

La censura in Russia è in linea con le narrazioni fatte da Putin e dai più alti rappresentanti del Cremlino negli ultimi giorni. Coerentemente con le strategie adottate dal Presidente in questa guerra, i caratteri autoritari del suo governo si definiscono sempre di più. Non c’è voce per i dissidenti, coloro che non hanno adottato il punto di vista ufficiale della Russia, sono stati presi di mira fin da subito. Lo dimostrano le parole del giornalista Muratov, vincitore del premio Nobel per la pace nel 2021. Egli, direttore del periodico indipendente Novaja Gazeta è molto preoccupato per i suoi corrispondenti in Ucraina, che potrebbero non essere al sicuro.

Le ultime due vittime del sistema di Putin sono l’Eco di Mosca e Dozhd TV. Il primo, è un organo di informazione noto per raccogliere diversi punti di vista e per avere un’emittente anche negli Stati Uniti, a Chicago. Dozhd TV si è sempre distinto tra i canali televisivi per le sue inchieste sull’establishment. Un duro colpo alla libertà del popolo russo, la cui moralità viene troppo spesso paragonata a quella del suo leader, Vladimir Putin.

Michela Foglia

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