La Corea del Nord contro Biden: la tua diplomazia è ‘falsa’

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Di Redazione Metropolitan

La Corea del Nord ha giudicato ieri “falsa” la diplomazia statunitense, rifiutando l’idea di colloqui con Washington. Lo riferisce l’agenzia di stampa statale nordcoreana.

Commenti che arrivano dopo che l’amministrazione Usa ha detto che il presidente Joe Biden sostiene un approccio di “diplomazia aperta” con Pyongyang sulla denuclearizzazione. La diplomazia è stata usata dagli Stati Uniti come una sorta di “pubblicità ingannevole” destinata a “coprire i loro atti ostili”, ha affermato il Ministero degli Esteri nordcoreano in un comunicato diffuso dalla Kcna, avvertendo Biden di aver commesso un “grosso errore” con la sua posizione “obsoleta” nei confronti del Paese asiatico.

Il presidente sudcoreano Moon Jae-in e quello americano Joe Biden terranno i loro primi colloqui al vertice in programma a Washington il prossimo 21 maggio.

Lo hanno annunciato le parti, confermando così che Moon sarà il secondo leader internazionale a incontrare Biden di persona alla Casa BIanca dopo la visita del premier nipponico Yoshihide Suga.

La decisione dei leader di tenere un vertice di persona nonostante le situazioni “difficili” attribuibili alla pandemia Covid-19 dimostra “l’importanza dell’alleanza Seul-Washington”, ha rimarcato l’Ufficio presidenziale sudcoreano.
Tra i temi in dicussione, oltre al corposo dossier sulla Corea del Nord, le parti riaffermeranno la forza dell’alleanza e lo sviluppo ulteriore di “una cooperazione globale e reciproca” e l’amicizia tra i rispettivi di popoli. Previste “discussioni approfondite” sullo stretto coordinamento per la completa denuclearizzazione della penisola coreana e l’istituzione di una pace permanente, in base a una nota diffusa dal portavoce Chung Man-ho.

Negate, invece, le notizie sull’ingresso di Seul nel forum sulla sicurezza regionale, chiamato Quad, di cui fanno parte Usa, Giappone, India e Australia.

Soul mantiene la posizione di partecipazione al formato di consultazione sulla sicurezza purché rispetti i principi di “trasparenza, apertura e inclusività” e le norme internazionali.