Oggi la Corea del Nord ha fatto saltare in aria due importanti strade che collegano la parte sud della penisola, hanno affermato le autorità sudcoreane, dopo che Pyongyang ha avvertito che avrebbe preso misure per isolare completamente il suo territorio dal Sud.

Secondo i capi di stato maggiore congiunto di Seul (JCS), alcune parti della linea Gyeongui sulla costa occidentale e della linea Donghae sulla costa orientale, due importanti collegamenti stradali e ferroviari che collegano il Nord al Sud, sono state distrutte da esplosivi intorno alle 12:00 ora locale coreana.

In termini pratici, la distruzione delle rotte di viaggio fa poca differenza: le due Coree restano divise da uno dei confini più fortificati al mondo e le strade non sono state utilizzate per anni.  Ma il suo simbolismo giunge in un momento di retorica particolarmente infuocata tra i due leader coreani.

Un video condiviso dal Ministero della Difesa sudcoreano ha mostrato diverse esplosioni sulle strade sul lato nord della linea di demarcazione militare che separa le due Coree. Macchinari pesanti, tra cui camion ed escavatori, sono stati quindi schierati su almeno una delle strade, che era parzialmente bloccata da una barriera nera, secondo il video. Il JCS ha affermato che il Nord stava conducendo “ulteriori lavori con macchinari pesanti” sulla scena, ma non ha specificato ulteriormente.

In risposta alle esplosioni, l’esercito sudcoreano ha sparato colpi di artiglieria nell’area a sud della linea di demarcazione militare e sta monitorando attentamente i movimenti dell’esercito nordcoreano, mantenendo “una posizione di massima prontezza in cooperazione con gli Stati Uniti”, ha affermato il JCS.

La Corea del Nord e del Sud combatterono fra loro nella guerra di Corea fra il 1950 e il 1953. La fine delle ostilità non fu sancita da un trattato di pace, ma solo da un armistizio: tecnicamente la guerra prosegue ancora oggi dopo oltre settant’anni. Occasionalmente ci sono scambi di artiglieria e sconfinamenti di soldati, soprattutto da parte del Nord verso il Sud, ma anche provocazioni come i test missilistici e il lancio di palloncini carichi di materiale di propaganda o di spazzatura.