Cronaca

La Dignità ai tempi del Decreto

Ieri sera il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Dignità, dopo l’immigrazione ora è l’ora di Di Maio. Il Ministro dello sviluppo economico illustra il decreto alla conferenza stampa tenutasi oggi a Palazzo Chigi. Gli imprenditori attendono con ansia l’attuazione di questo decreto, non senza paure. Confindustria giudica il decreto un segnale negativo per il mondo delle imprese. 

(Foto dal web)

Le reazioni delle opposizioni è forte e unanime, dal Partito Democratico a Forza Italia. L’ex Premier Gentiloni dichiara che il decreto dignità è un’ostacolo allo sviluppo del paese. Giorgia Meloni si scaglia contro i punti riguardanti il lavoro, giudicandoli troppo di sinistra. A confermare questa tesi arriva l’inaspettato appoggio di Liberi e Uguali che si dicono fiduciosi sulla lotta al precariato, tema dimenticato dal PD. Non mancano i dissidi interni alla maggioranza, parte della Lega si dice pronta ad apportare alcune modifiche in materia di Voucher. Il Ministro dell’Agricoltura Centinaio mira a reintrodurre questa modalità di pagamento per semplificare la vita di lavoratori stagionali e imprenditori agricoli, soprattutto per quanto riguarda le campagne olearie e vinicole. 

Nel concreto i punti cardine del Decreto Dignità sono tre, destinati a cambiare radicalmente diversi settori, qualora venissero votati in Parlamento

La lotta al precariato viene affrontata su due filoni paralleli, da una parte i contratti a termine, dall’altra la delocalizzazione. Qualora passasse il decreto diventerebbe sconveniente per le imprese stipulare contratti a termine. Diminuirebbero inoltre le possibilità di rinnovare questi contratti, si passerebbe da un massimo di cinque rinnovi possibili a quattro. Prevista inoltre un aumento degli indennizzi ai lavoratori licenziati senza giusta causa, in questi casi si potrebbe arrivare fino al pagamento di 36 mensilità. Al mondo degli imprenditori, spaventato da questa eventualità, il Ministro Di Maio risponde che tutto ciò non arrecherà alcun danno in virtù della pace fiscale, destinata a ridurre il peso del fisco sulle imprese. Durissima invece la posizione del pentastellato sul tema della delocalizzazione. Previste sanzioni per chi decide di andare all’estero, indipendentemente dalla destinazione. 

 “Ci faremo rispettare da tutte quelle multinazionali che vengono qui, prendono fondi pubblici e delocalizzano, in Europa e non”.

Altro punto fondamentale è il gioco d’azzardo, mercato redditizio e in forte espansione in Italia. In questo caso il divieto riguarda la pubblicità riguardante questo settore. Come per il tabacco si mira a rendere fuori legge la promozione del gioca d’azzardo, politica in netto contrasto con le liberalizzazioni promosse dagli ultimi esecutivi. I detrattori di questo provvedimento sostengono che così facendo si favorirebbe il gioco d’azzardo clandestino. 

 

“Dignità vuol dire che per lo stato le persone non saranno più numeri o bancomat”.

“Noi non siamo contro la globalizzazione, sosteniamo però che la globalizzazione non possa essere una fede”

Le dichiarazioni ci sono, il Decreto Dignità deve ancora passare alle camere, il primo vero banco di prova per la tenuta del “Governo del Cambiamento”. La Dignità impone di aprire una discussione parlamentare ampia, mirata ad apportare modifiche laddove ce ne sia il bisogno, evitando così l’ennesima frattura.

 

 

Back to top button