Il dramma dello sfratto in scena, correndo su due binari, in cui realtà e finzione si intrecciano. E’ “Il giardino dei ciliegi-Trent’anni di felicità in comodato d’uso” della compagnia bolognese Kepler – 452, che ieri sera, al Teatro Rasi di Ravenna, in una sala strapiena, ha commosso e divertito il pubblico.
Protagonisti della vicenda realmente accaduta Giuliano e Annalisa Bianchi, che gli attori Paola Aiello, Nicola Borghesi e Lodo Guenzi affiancano, accompagnano, prendono per mano nel viaggio della memoria. La lettura dell’ordine di sfratto dalla casa colonica dove hanno vissuto per trent’anni in comodato d’uso gratuito alla periferia di Bologna.
E’ il settembre 2015, di fronte a loro sta per nascere Fico, il grande parco tematico dell’agroalimentare. Affiorano ricordi di quella vita semplice e rude, in simbiosi con la terra e gli animali, che è stata spazzata via per sempre, sacrificata al business feticistico e fagocitante. A Giuliano e Annalisa, Borghesi, che è anche regista, affida le parti di Ljuba e Gaev dell’opera di Cechov, proprietari del giardino dei ciliegi pochi anni prima della rivoluzione russa, che sarà battuto all’asta per debiti e comprato da Lopachin, ex servo della gleba, che si è arricchito dopo l’abolizione della schiavitù ed è diventato il simbolo della borghesia rampante.
I due leggono il copione con attenzione, ma la voce è incerta. Faticano ad entrare nei personaggi, la loro genuinità li fa sentire al pubblico ancora più vicini. Ed è sempre in sospeso tra questi due mondi, realtà e finzione, con la passione di equilibristi, che gli attori raccontano la loro storia, come solo il teatro sa fare. Anche se alla fine, come dice Guenzi, “non ci si deve mai dimenticare di se stessi”.
Di essere rappresentazione, di essere dall’altra parte del cancello di questa casa, dove un uomo e una donna hanno fermato il tempo, vivendo secondo le loro regole. Guadagnandosi da vivere controllando la popolazione dei piccioni e ospitando animali abbandonati o esotici. Ma anche una famiglia rom e pregiudicati ex 41 bis in borsa lavoro che hanno mangiato con loro in quella casa piena di voliere, dove il pane viene fatto in casa e i piccioni parlano.
Il mondo cambia e non aspetta. Il futuro dei Bianchi è in un residence insieme ad altri sfrattati, il destino dei loro animali un’incognita. Guenzi, cantante dello Stato sociale e giudice di X Factor, che qui alterna la parte di se stesso a quella di Lopachin, accentua il dualismo che Borghesi ha voluto mettere in scena senza cedere al sentimentalismo. I trent’anni di felicità pura sono stati per i Bianchi un dono. Ma in comodato d’uso.
Anna Cavallo