Graziano Cecchini colpisce ancora. Per la seconda volta, l’artista tinge di rosso la Fontana di Trevi, gioiello di Roma. Il suo scopo? “Rivoluzione”, dice. Vuole che “Roma si svegli dal torpore per tornare ad essere la Capitale dell’Arte di un tempo”. Intanto si scatenano i selfie.

Graziano Cecchini mentre rovescia il colorante rosso nella Fontana di Trevi (photo credits: Ansa.it)

Non è la prima volta. Già nel 2007, l’artista Graziano Cecchini ha tinto di rosso l’acqua del famoso monumento di Roma, meta di turisti provenienti da ogni parte del mondo e simbolo del cinema italiano degli anni sessanta (ricordiamo la celebre scena del tuffo nella Fontana di Anita Ekberg ne La dolce vita, di Federico Fellini). 

photo credits: liberoquotidiano.it

Cecchini, fuggendo abilmente dai controlli in piazza, è riuscito a rovesciare nella Fontana un colorante rosso contenuto in una latta. 
L’uomo, è stato immediatamente fermato dai vigili urbani di servizio presenti nella piazza e portato negli uffici per accertamenti del caso.

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“Il personale della polizia locale è subito intervenuto e siamo riusciti a limitare i danni. Cecchini è stato bloccato in flagranza di reato e portato nei nostri uffici. Verrà denunciato all’autorità  giudiziaria sia per procurato allarme che per imbrattamento, reati che prevedono una pena da sei mesi a tre anni” – Così ha spiegato il capo dei vigili urbani, Diego Porta, che si è occupato di verificare sul posto l’accaduto.

il capo dei vigili urbani di Roma Diego Porta (photo credits: romatoday.it)

Graziano Cecchini, infatti, è stato denunciato per interruzione di pubblico servizio e per imbrattamento. Non solo. Per lui anche una multa da 500 euro per non aver rispettato l’ordinanza della sindaca Virginia Raggi a tutela dei monumenti della Capitale.

La curiosità ha pervaso turisti e persone proveniente da ogni parte del mondo, presenti in piazza, i quali hanno approfittato per scattare selfie e foto di gruppo, mentre gli agenti della polizia locale apponevano nastri per vietare l’accesso.

Ma qual’è lo scopo di Cecchini?
 Il titolo della sua performance è “Pacta servanda sunt” e spiega:

“In 10 anni poche cose sono cambiate, molte delle quali in peggio. Roma è sempre stata lo specchio del Paese e oggi Roma è spenta, addormentata in mezzo alla sua sporcizia e alla sua corruzione. Oggi Roma ha bisogno di reagire, di svegliarsi da questo torpore e gridare ‘non ci sto più”.

Quella dell’artista voleva essere una provocazione, un modo per suscitare reazioni, specialmente nei romani.

“A 10 anni di distanza ripeto la mia performance per tentare di scuotere gli animi – continua -, accetto il rischio di alzare la voce io per tutti coloro che pensano che ‘non serve più, ‘non serve a nulla’. Fontana di Trevi torna a tingersi di rosso per gridare che Roma non è morta, che è viva e che è pronta ad essere la Capitale dell’arte, della vita, della rinascita”.

Forti le parole di Cecchini. Il suo, un tentativo di rivoluzione.

Sarà sicuramente rimasto deluso nel vedere che la reazione dei cittadini è stata quella di scattare selfie da postare sui Social.

Ma c’è chi la pensa diversamente. Chi, più che un atto artistico, di rivoluzione, in tutto ciò ha visto solamente ignoranza e totale assenza di senso civico , parole del Vice Sindaco di Roma Luca Bergamo.

Di tanti modi di fare rivoluzione, di esprimere disappunto, magari Cecchini poteva sceglierne uno migliore.

Martina Onorati