Nella giornata di ieri è comparsa la scritta “Gaza” sul vetro a protezione della ‘Madonna con la pistola’ di Banksy, il murales sito a Napoli. Non è un atto di vandalismo, ma una vera e propria presa di coscienza. La scritta, rimossa poche ore dopo, manda un messaggio ben preciso: stop al Genocidio.
La Madonna con la pistola di Banksy: provocazione su provocazione?
Sul vetro, oltre alla scritta adesiva “Gaza”, comparsa sulla testa della Madonna, c’era anche un grande stencil che raffigurava un gruppo di bambini nudi, morti o moribondi. Il murales non è stato intaccato. Infatti, fu scoperta nel 2016 e risultata originale. E un abitante del quartiere di Piazza Girolamini, in pieno centro storico -il signor Mariano Russo- aveva optatp per proteggerla, con una grande cornice metallica. Stencil e scritta sono infatti comparse sul vetro di protezione.
Stencil e scritta sono poi anche stati rimossi prontamente. Ma era veramente necessario farlo? Analizziamo l’opera: la madre di Gesù ha lo sguardo rivolto verso l’alto in segno di afflizione. Tuttavia, sulla sua testa compare un revolver, al posto della classicissima aureola. Una denuncia sociale in pieno stile Banksy, street artist inglese da sempre noto per portare denunce sociali sui muri di tutto il mondo. Ma allora, data la denuncia di sofferenza del vero e proprio genocidio che continua ad avvenire a Gaza, sotto gli occhi indifferenti di tutto il mondo, perché cancellarla?
Chi è Banksy
Banksy è un artista di strada, originario di Bristol. Le sue opere sono diventate famosissime e ultra pop. Con i suoi disegni ha riempito le più importanti città del mondo. E come tutti i suoi graffiti, le sue opere hanno un valore economico molto alto. Infatti, molte raggiungono le centinaia di migliaia di dollari. Luca Borriello, direttore dell’osservatorio sulla creatività urbana «Inward», ha raccontato al Corriere del Mezzogiorno che prima della “Madonna con la pistola” Banksy aveva realizzato un’altra opera a sfondo religioso, nel centro storico di Napoli, ricoperta poi dal murales di un altro writer.
Si trattava di una rilettura della Santa Teresa d’Avila in estasi del Bernini, affrescata in Via Benedetto Croce. Come in tante altre opere era una critica di Banksy al consumismo. La santa non risultava però rapita da Dio, bensì dall’Happy meal del McDonald, appena mangiato. «Banksy tramuta l’estasi di un altro mondo nel mal di pancia di tutto il mondo», sosteneva Borriello. Fortunatamente, l’artista continua con i suoi atti di denuncia. Nonostante sia girata, qualche giorno fa, una finta opera contro Israele, il writer non ha ancora lasciato un segno in merito alla tragedia che sta avvenendo ai danni del popolo palestinese.
Marianna Soru
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