La polemica attorno alla Meloni, definita “un maschio” dai dem per i suoi atteggiamenti politici.

In una recente intervista, il giallista campano Maurizio de Giovanni ha descritto le proprie idee per il futuro dei democratici.

L’auspicio era singolare, da districare. Lo scrittore ha augurato al Partito Democratico niente di meno che il loro diventi :

“il primo partito ad avere una leadership compiutamente femminile

Maurizio de Giovanni

“Politicamente la Meloni è un Maschio”

Secondo l’autore la leader di Fratelli d’Italia e primo premier donna non sarebbe da annoverare tra le presenze rosa in politica.

“Politicamente lei è un maschio. Le sue idee sono convintamente maschiliste. Le sue politiche non hanno nulla di femminile”

Maurizio De Giovanni

ha affermato De Giovanni in una conversazione con Il Fatto Quotidiano. E ancora:

“Meloni è una donna ma ha la testa di un uomo, ha gli stessi vizi del potere nostri, anche le nostre furbizie. Lei è come la Le Pen, una donna che declina al maschile ogni soluzione. Invece io penso che la politica abbia bisogno di un tratto autenticamente femminile”.

Maurizio de Giovanni

Così, anche lo scrittore campano è sembrato ricadere nel vizio – già sperimentato da altri esponenti di sinistra – di chi vorrebbe attribuire patenti di femminilità alle donne in politica. 

Lo aveva già detto Laura Boldrini

Laura Boldrini, ex Presidentessa della Camera dei deputati insiste sul fatto che Giorgia Meloni deve essere chiamata la Presidente, e aggiunge ai microfoni de La Buvette:

“C’è qualcosa di strano nella Meloni, si trincera dietro il maschile”.

Laura Boldrini

Simile è l’intervento di Debora Serracchiani del Pd. Nella sua dichiarazione di voto ha accusato Meloni di tenere le donne un passo dietro gli uomini. La Meloni inizia subito la polemica:

“Ho sentito dire che io vorrei le donne un passo dietro agli uomini. Onorevole Serracchiani, mi guardi. Le sembra che io stia un passo indietro agli uomini?

Non so da cosa abbia evinto questa lettura ma non la condivido. Io stamattina ho parlato di lavoro, di una società che non costringa a scegliere tra lavoro e maternità. Quando si dice di aiutare la famiglia, la natalità, lo si fa per garantire piena libertà: è una sfida sulla quale immagino che siamo d’accordo”. 

Giorgia Meloni

La nostra lingua prevede che alcune parole abbiano una declinazione femminile e una maschile. Il femminismo vuole incentivare l’uso delle declinazioni femminili perché, a fronte di generazioni di sopraffazione sulle donne, queste possano riappropriarsi della libertà anche attraverso il linguaggio.

Giorgia Meloni, al contrario, essendo (anche se donna) baluardo di ideali reazionari ha tutto l’interesse a mostrarsi controcorrente rispetto a queste istanze. Così, infatti, rassicura il suo elettorato. Sembra quasi che Giorgia Meloni voglia in qualche modo “farsi perdonare” da quella destra che l’ha eletta per il la sua femminilità, nascondendola. Essere donna e premier è accettabile, per la Leader di FdI, solo se lo è al maschile. Questo perché l’uso del maschile non ha a che fare solo con la grammatica: è una scelta politica, e Giorgia Meloni ha deciso da che parte stare.

Che sia giusta o sbagliata, la scelta della Premier non è certamente passata inosservata! Voi cosa ne pensate?

Articolo di Maria Paola Pizzonia

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