Sette capi di Stato africani cercano di negoziare la pace in Ucraina e visiteranno nei prossimi giorni Kiev e Mosca, per presentare un piano ai leader dei due Paesi. Una missione di pace concretizzata a gennaio nella massima segretezza con discussioni solo tra capi di Stato. Questa organizzazione promuove e sostiene iniziative africane per la pace e lo sviluppo sostenibile.

Una missione di pace dei capi di Stato africani

Presidente sudafricano Cyril Ramaphosa- Photo Credits RNZ
Presidente sudafricano Cyril Ramaphosa- Photo Credits RNZ

Si chiama Cammino verso la pace la missione dei capi di Stato africani – e dell’Unione africana – che in questi giorni si recano a Kiev e a San Pietroburgo. Presenteranno un piano ai presidenti dei due paesi, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. La missione, è stata promossa dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. Sarà affiancato dai capi di Stato del Senegal, Macky Sall, e dello Zambia, Hakainde Hichilema. La notizia arriva dalla Brazzaville Foundation, un’organizzazione non governativa (ong) fondata nel 2014 a Londra. La missione di pace sarà ricevuta venerdì 16 giugno in Ucraina, e sabato 17 giugno in Russia.

Gli importanti incontri diplomatici

La Fondazione Brazzaville afferma sul proprio sito web di aver favorito “importanti incontri diplomatici in preparazione della missione di pace africana Pathway to Peace per il conflitto tra Ucraina e Russia”. A guidare lo sforzo di pace sono il capo di Stato del Sudafrica, Cyril Ramaphosa insieme ad altri capi di Stato africani. Secondo una dichiarazione, il presidente Ramaphosa ha avuto una conversazione telefonica con il presidente Putin sulla missione di pace dei leader africani in Ucraina e in Russia. I due leader hanno anche discusso del vertice Russia-Africa, che si terrà a fine luglio a San Pietroburgo, si legge in un comunicato.

Il ruolo dell’Africa

L’Africa, il continente con la maggior concentrazione di paesi a basso reddito, è la regione del mondo che maggiormente ha subito il contraccolpo degli effetti del conflitto russo-ucraino. Dalla crisi del grano all’aumento del costo delle materie prime fino alla scarsità di fertilizzanti. Elementi che stanno mettendo letteralmente in ginocchio l’approvvigionamento alimentare di molti paesi. “Per quanto il conflitto possa diffondersi in un’altra parte del mondo, ciò non significa che dovremmo essere dissuasi dallo stipulare accordi che ci avvicinino e che ci permettano di cooperare in modo molto più efficace”, ha dichiarato Ramaphosa. Inoltre sembrerebbe che gli Stati Uniti stiano facendo pressioni su numerosi paesi africani affinché scelgano da che parte stare, cioè abbandonino Mosca, e quindi non siano più soggetti “neutrali” rispetto alla guerra ucraina. Già dopo l’incontro con il presidente Zelensky, si vedrà se le pressioni internazionali avranno sortito un effetto negativo sulla missione di pace africana. 

Giulia Simonetti

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