Circa 600 militari britannici saranno dispiegati in Kosovo per rafforzare la presenza della NATO nell’ex provincia serba. “Il Regno Unito dispiegherà circa 200 uomini del 1° Battaglione del Royal Princess of Wales Regiment, che si uniranno ad altre 400 truppe britanniche già presenti in Kosovo per le esercitazioni. Seguiranno ulteriori rinforzi da altri Paesi dell’Alleanza”, ha dichiarato Dylan White, portavoce della Nato

“Questa decisione fa seguito al violento attacco alla polizia kosovara del 24 settembre e alle crescenti tensioni nella regione”, ha aggiunto, senza fare esplicito riferimento alle dichiarazioni americane di venerdì che mettevano in guardia da un dispiegamento militare serbo al confine con il Kosovo.  L’attacco, a cui erano seguiti scontri, aveva interrotto un periodo di relativa calma in Kosovo dopo le grosse tensioni della scorsa primavera. Nei giorni successivi gli Stati Uniti avevano accusato la Serbia di aver ammassato soldati e armamenti al confine col Kosovo, cosa che il presidente serbo Aleksandar Vucic ha finora negato.

La NATO ha nuovamente invitato alla calma domenica e ha chiesto a Belgrado e Pristina di riprendere al più presto il dialogo, “l’unico modo per raggiungere una pace duratura“. Un poliziotto kosovaro albanese è stato ucciso domenica in un’imboscata nel nord del Kosovo, dove la presenza di serbi è diffusa in diverse città. È seguita una sparatoria tra le forze speciali della polizia kosovara e un commando serbo armato. Si è trattato di una delle più gravi escalation in Kosovo degli ultimi anni.

La Serbia si rifiuta di riconoscere l’indipendenza della sua ex provincia meridionale, a maggioranza albanese, un decennio dopo una guerra mortale tra i guerriglieri indipendentisti kosovari e le forze serbe, terminata dopo una campagna di bombardamenti della NATO.