La Notte di Michelangelo come espressione del cancro al seno

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Di Marianna Soru

Parliamo di bellezza fragile: da sempre il corpo è oggetto di culto della bellezza. Quando si parla di bellezza femminile poi, sono infiniti gli esempi. In questo caso parliamo di arte, e in particolare della scultura “La Notte” di Michelangelo Buonarroti.

Michelangelo è uno degli artisti italiani più caratteristici, che in questo caso vediamo come scultore. È stato molto attivo nel Seicento, affermandosi sia tra i suoi contemporanei, per poi acquisire la fama mondiale come uno dei più famosi artisti nel mondo. Nato vicino Arezzo, a Caprese, e morto a Roma, ha lavorato nelle città più attive e importanti per il percorso degli artisti, da Roma a Firenze. In questo particolare caso ci troviamo a Firenze, nel 1526: all’interno della Sagrestia Nuova presso San Lorenzo. La scultura è parte della decorazione che rappresenta le allegorie delle varie parti della giornata. In questo caso, la notte è rappresentata da una donna, nuda e sdraiata, che si rivolge in parte a chi la osserva.

La Notte di Michelangelo Buonarroti

Di questa particolare opera sappiamo che fa parte del complesso scultoreo concluso tra i primi, in modo tale che potesse essere ammirato subito da chi entrava. Sappiamo inoltre, quasi per certo, che ci furono delle complicazioni nella sua realizzazione: per esempio, il braccio sinistro fu eseguito due volte, causando una complicazione che portò al rallentamento dei lavori. Attorno a lei ci sono diversi elementi che ci portano a pensare che sia una rappresentazione “notturna”, come per esempio la civetta, o alcuni papaveri, che secondo la tradizione popolare auguravano fertilità e sonno.

La scultura, a causa di questi piccoli rallentamenti tecnici, è stata realizzata tra il 1520 e il 1534, per la tomba di Giuliano duca di Nemours. Osservando bene la scultura però, questa raffinata figura femminile presenta dei segni particolari. Infatti, ha dei segni sul seno che non lasciano spazio a troppi dubbi: sembrerebbero segni di un tumore. Ma come possiamo scoprire se sia così, o meno?

Gli studi scientifici sul cancro al seno

È solo recentemente infatti che si discute della possibilità che la scultura sia stata rappresentata con i segni di un cancro al seno. Sebbene per la comunità scientifica sia inequivocabile da circa una ventina d’anni, la comunità artistica ha accolto questa riflessione da pochissimo. Esiste infatti un saggio dello storico dell’arte Jonathan K. Nelson, recentemente scomparso, presentato nel volume Representing Infirmity. Diseased Bodies” in Renaissance Italy, che cerca di fare luce proprio su questo.

Dopo anni di osservazioni, si è cercato di cogliere gli aspetti più razionali che abbiano portato l’artista a rappresentare un corpo non perfetto. Sulla base di alcune osservazioni di Vasari, che parla di stato malinconico della figura, all’epoca veniva ritenuto predisponente al cancro, “perché la malinconia crea un blocco dannoso che conduce al cancro. E per rappresentare lo stato malinconico della Notte aveva deciso che la figura femminile guardasse verso il basso e poggiasse la testa su un braccio. Anche perché quel luogo era una cappella con delle tombe, uno spazio malinconico per sua natura”.

Ci si chiede dunque se l’artista si sia servito di una modella, teoria parzialmente smentita proprio perché Michelangelo era un grande esperto dell’anatomia umana, dato che, come Leonardo, aveva compiuto studi dal vero sui corpi. Sapeva benissimo come era fatto un seno, e la sua precisione sicuramente gli ha permesso di rappresentare il corpo in una maniera imperfetta. Che queste ipotesi siano vere o meno, cosa che richiederà diversi studi con oncologi e storici dell’arte, l’opera d’arte La Notte di Michelangelo rappresenta perfettamente la bellezza imperfetta di chi, nel Seicento come ai giorni nostri, combatte con il male e ne porta i segni, anche se evidenti.

Marianna Soru

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