La politica di Israele: le critiche di Noam Chomsky a riguardo

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Di Maria Giulia Varrica

Noam Chomsky, di religione ebraica, si trovò inizialmente favorevole alla creazione dello stato di Israele. Successivamente, con l’evidente modalità spietata e crudele dell’avanzamento israeliano, nacque e proseguì il suo dissenso. Ha origine, così, la critica di Noam Chomsky sulle politiche dello stato di Israele.

Chomsky sulla politica israeliana

Noam Chomsky e la politica israeliana – Photo Credits Campagna BDS Italia

É risaputo che Noam Chomsky sia attivo in ambito politico e impronti la sua critica, aspra e brusca, sulle politiche israeliano-statunitensi. Il linguista si è espresso più volte rispetto la situazione israelo-palestinese. L’intellettuale ritiene che Israele applichi un atteggiamento sfacciato e crudele nei confronti della Palestina, tanto da non poter neanche essere messo a confronto con l’apartheid sudafricana che risulterebbe molto meno brutale. Chomsky sostiene, infatti, che l’unico scopo di Israele sia quello di sbarazzarsi della popolazione palestinese a qualunque costo.

“L’idea, spesso ripetuta, che Israele sia una “vibrante democrazia” è assurda. Salvo che la definizione sia puramente simbolica, non ci può essere alcuno stato ebraico (cristiano, mussulmano, bianco) democratico. Nel caso di Israele, la sua ebraicità è tutt’altro che simbolica. Non vi è necessità ​che io ripeta qui ciò che ho scritto nel passato, documentando diffusamente le pratiche discriminatorie di Israele”. 

Noam Chomsky. Fonte: Campagna BDS Italia

Oltre che durante interviste e interventi, il filosofo ha anche scritto due testi a riguardo, insieme a Ilan Pappè, il primo s’intitola Ultima fermata Gaza e il secondo Palestina e Israele: che fare?, con i quali cerca di fare definitivamente chiarezza sulla questione. Chomsky ritiene che l’unica possibilità per mettere un punto a questo storico conflitto sia la soluzione dei due Stati. Si tratta dell’ipotesi che vedrebbe la creazione di due stati, appunto, uno ebraico e l’altro arabo, ideata durante la conferenza di Annapolis nel novembre del 2007.

La figura di Noam Chomsky

Noam Chomsky è riconosciuto come un personaggio importante all’interno del contesto politico. Egli è infatti rinomato per il suo attivismo d’ispirazione socialista libertaria. La sua critica alla politica statunitense è costante. Questo e la critica al ruolo dei mass media nelle democrazie occidentali, lo hanno reso uno degli intellettuali più celebri della sinistra radicale. Nato a Philadelphia il 7 dicembre 1928, è professore emerito di linguistica al Massacchusetts Institute of Technology e teorico della comunicazione. É conosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale.

Egli, dunque, è anche un famoso linguista e filosofo. É sostenitore dell’idea della lingua non come mero elenco di vocaboli. In quanto fondatore della linguistica generativa, egli sostiene l’ipotesi secondo cui la linguistica studi le regole innate, di matrice biologica, che ci permettono di generare tutte quelle frasi che quotidianamente e così naturalmente utilizziamo. La sua teoria riguarda quindi la facoltà di linguaggio, intesa come capacità mentale individuale e innata. Essa infatti darebbe vita alla creatività linguistica che è propria di ogni essere umano e che ci dà la possibilità di costruire un numero di frasi potenzialmente infinito.

Maria Giulia Varrica

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