La prima medaglia d’Oro dell’Italia: 121 anni fa

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Di Redazione Metropolitan

Centoventuno anni fa, nel 1900, il 2 giugno per l’Italia non era ancora la Festa della Repubblica ma fu, e rimane, ugualmente un giorno da ricordare per il Tricolore. All’Olimpiade di Parigi, seconda edizione dei Giochi Moderni che il barone Pierre de Coubertin aveva voluto così tenacemente portare nella capitale della sua Francia, l’Italia colse il primo oro della sua storia.

Infatti quattro anni prima, ad Atene 1896, nessun atleta italiano aveva raggiunto risultati, e anzi rimane tuttora da stabilire quanti fossero gli azzurri iscritti alle gare e quanti, poi, vi presero effettivamente parte.

A Parigi, invece, fu diverso ed entrò nella storia un nobile vicentino, il conte Gian Giorgio Trissino dal Vello D’oro, ufficiale di cavalleria, che in sella ad Oreste vinse nella gara di salto in alto dell’equitazione, con la misura di 1.85, alla pari con il cavaliere di casa Dominique Garderes che, su Canela, superò l’identica quota. Non è tutto, perché il conte Trissino “rischiò” di diventare anche il primo, e ancora oggi sarebbe rimasto l’unico, partecipante ai Giochi a conquistare due medaglie nella stessa gara: infatti, sempre nell’alto, si classificò anche al quarto posto montando Melopo, e preceduto per il bronzo dal belga Van der Poele. Due giorni prima, invece, Trissino aveva vinto l’argento nel salto in lungo, sempre su Oreste, col quale s’intendeva alla perfezione, con 5.70 e dietro al belga Constant van Langendonck (6.10).

E pensare che a Parigi 1900 il nobile omonimo del Gian Giorgio Trissino umanista-mecenate, poeta e drammaturgo del ‘500, nemmeno avrebbe dovuto esserci. Infatti per l’Olimpiade era stato selezionato un altro militare, il capitano livornese Federico Caprilli, fermato poi da ciò che anche a quei tempi per l’Italia era quasi un’abitudine: la crisi di governo. Il capitano Caprilli ricevette un telegramma con l’ordine di tornare a Roma per far fronte alla crisi, e a possibili eventuali disordini, così a Parigi gareggiò il conte Gian Giorgio Trissino dal Vello D’oro, con il quale Caprilli si era allenato e al quale cedette il cavallo, appunto Oreste, che avrebbe dovuto montare in Francia. L’organizzazione non ne prese nota, al punto che nel giorno della gara, e di fronte a spalti gremiti, al pubblico venne annunciato Caprilli e non Trissino.
Ma fu il conte vicentino a vincere, anche se una leggenda narra che Caprilli in incognito sarebbe fuggito dall’Italia, nonostante la lettera ricevuta, per tornare a Parigi e vincere quella medaglia ai Giochi. Non fu così, ma è bello pensare che su quel primo oro olimpico dell’Italia resti un po’ di mistero e di epos.