Indagato il presidente della Lombardia, Attilio Fontana. Le accuse sono per falsa dichiarazione e autoriciclaggio. In corso le indagini della Procura di Milano.

Accuse di falsa dichiarazione e autoricilaggio contro il presidente Fontana

“La nuova accusa rivolta dalla Procura della Repubblica di Milano al presidente Fontana è l’ennesimo colpo alla sua credibilità. Un’accusa non è una sentenza e prendiamo atto della disponibilità assicurata dai suoi legali a chiarire la zona d’ombra che avvolge i suoi fondi detenuti all’estero e fatti rientrare con la voluntary disclosure nel 2015”. A scriverlo in una nota congiunta sono il segretario regionale del Pd lombardo Vinicio Peluffo e il capogruppo al Pirellone Fabio Pizzul, dopo la notizia che il governatore della Lombardia è indagato per falsa dichiarazione in voluntaryautoricilaggio.

“Per parte nostra, già un anno fa chiedemmo al Consiglio regionale di sfiduciare un presidente che aveva mentito ai cittadini sulla vicenda dei camici e che aveva soldi in Svizzera e in altri paradisi fiscali, con l’evidente conseguenza di occultarli al fisco italiano. Per noi ce ne era a sufficienza già allora per dire che Fontana avrebbe dovuto lasciare la presidenza della Regione ma oggi la ragione più forte è l’incapacità della Regione a vaccinare i lombardi”.

Il presidente della Regione Lombardia sarebbe al centro dell’indagine per i 5,3 milioni di euro su un conto svizzero del governatore, soldi emersi col caso “camici”. Durante la vicenda della fornitura di camici e dispositivi di sicurezza per la sanità alla Regione da parte di un’azienda riconducibile al cognato, nella prima ondata di covid (primavera 2020), era emerso che Fontana aveva a disposizione il conto svizzero con del denaro ereditato dalla madre.

“La difesa di Fontana – si legge in una nota della Procura – si è dichiarata disponibile a fornire ogni chiarimento sia in sede rogatoriale che, se del caso, mediante produzione documentale ovvero presentazione spontanea dell’assistito”.

Gaia Radino