La recensione di Platinum End: torna il duo Ōba-Obata

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Di Arianna

Il 2 novembre ha fatto il suo debutto nelle fumetterie italiane l’opera che consacra nuovamente il duo Ōba-Obata, autori delle fortunate serie Death Note e Bakuman.

 

 

(PHOTO CREDITS: COMICS.PANINI.IT)

 

Platinum End è il nuovo manga, edito da Panini Comics in Italia e titolo di punta presentato durante il Lucca Comics, di Tsugumi Ōba e Takeshi Obata già noti per averci stupito con opere come Death Note e Bakuman. Ogni volta che i due hanno deciso di fare un’opera a quattro mani, sono riusciti sempre a lasciarmi a bocca aperta e a realizzare veri capolavori. Non appena ho scoperto del loro ritorno sono corsa in fumetteria ad acquistare il volumetto.

 

Non appena lo prendiamo tra le mani, la copertina (qui a sinistra) subito ci riporta alla mente lo stile che ci ha fatto innamorare di questo duo. Il protagonista ha il tratto tipico di Obata, chiaro, pulito e ci ricorda sicuramente il Light di Death Note; sguardo carismatico e cupo allo stesso tempo, stesse sembianze, stessi capelli. Ci ha già catturato.

 

 

(PHOTO CREDITS: VIZ MEDIA)

Il protagonista è Mirai Kakehashi, un adolescente che, il giorno del diploma delle scuole medie, ormai depresso e stanco della vita che è costretto a vivere, decide di salire sul tetto dell’edificio e di farla finita. Egli si butta pronto al suicidio ma, una volta convinto di esserci riuscito, capisce di essere stato salvato. Di certo non capisce da chi e soprattutto perché? La sua volontà era chiara: mettere fine alla sua agonia. E’ lì che compare il suo Angelo custode Nasse che gli spiega il motivo per cui Mirai-kun è stato salvato, quali poteri potrà acquistare e quali verità gli verranno rivelate sul suo passato.

VIZ.MEDIA

Se per quanto riguarda la parte grafica Platinum End ci ha convinti al 100% (tavole con disegni mozzafiato e stilizzazione dei personaggi perfetta), dal punto di vista della trama il primo volume di Platinum End perde qualche punto sul piano dell’originalità rispetto ai suoi predecessori. Il tema è quello della seconda possibilità, di un riscatto da una vita che ha tolto tutto al malcapitato Mirai. Egli è orfano, costretto a vivere una vita che detesta a casa dei suoi zii adottivi che lo maltrattano (cliché dei mangaka, diciamocelo) di angeli e di dei di mondi a noi sconosciuti. I combattimenti non mancano, in tipico stile shounen, movimentando l’azione e affascinandoci con disegni impeccabili. Pecca però, a nostro avviso, di una connotazione forte e carismatica dal punto di vista psicologico.

Non possiamo non fare paragoni con il contorto e affascinante Light Yagami, in pieno scontro tra bene e male. Ugualmente la figura dell’Angelo Nasse, in questo caso connotato sia graficamente che caratterialmente in modo positivo provenendo da un ipotetico Paradiso, un po’ ci ricorda la figura di Ryuuk (dio della Morte che accompagna il protagonista fino alla sua morte) senza però riuscire a permetterci un vero e proprio paragone dal punto di vista psicologico e iconico. (Frasi come “Non sai che gli shinigami mangiano solo mele?” hanno segnato la nostra vita da otaku! Ndr)

 

VIZ

Di certo il manga convince e ci affascina nel modo in cui racconta e disegna le vicende dei protagonisti. Noi attendiamo l’uscita del prossimo volume fiduciosi di un plot che stravolga tutte le aspettative.

 

Arianna Lomuscio