«Stepanakert addio». Il capoluogo dell’enclave armena dell’Azerbaigian non sarà più capitale di uno Stato che non c’è. L’annuncio del presidente Samvel Shakhramanian equivale alla più umiliante delle rese: «Tutti gli organi statali e le organizzazioni che dipendono da loro devono essere sciolti entro il 1 gennaio 2024 e la repubblica del Nagorno-Karabakh (Artsakh) cessa di esistere».
Un colpo di spugna a più di 30 anni di irredentismo costati tre guerre e 200mila vittime da quando – dissoltasi l’Urss – gli armeni dell’”Artsakh” si rifiutarono di far parte dell’Azerbaigian con l’appoggio della madre patria Armenia e la protezione di Mosca.
Tutto come evaporato in 48 ore di “quasi guerra” la scorsa settimana e, soprattutto, di rivoluzione diplomatica: Mosca non ha sostenuto l’intervento armato armeno ma mediato per una fulminea pace. Ancora da decifrare i nuovi assetti nel Caucaso – reazione a catena della crisi fra Mosca e Kiev – ma in Armenia sono già 88mila i profughi scappati dalla regione contesa che fino a 72 ore fa contava 120mila membri della minoranza cristiana.
L’Armenia, scaricata dalla Russia dopo le forti tensioni per la condanna di Erevan della guerra in Ucraina, e per questo non in grado di intervenire militarmente la scorsa settimana, ora lancia disperati appelli a un Occidente ancora troppo lontano dal Caucaso. «Nei prossimi giorni non ci sarà più alcun armeno nel Nagorno-Karabakh. Questo è un atto di «pulizia etnica» accusa il premier armeno Nikol Pashinyan.
Il totale dei profughi arrivati in Armenia dal Nagorno-Karabakh è salito a circa 93mila. Una larga maggioranza del totale di persone di origine armena che abitavano nella regione (120mila, secondo le stime) al momento della resa da parte delle forze separatiste. A fornire la cifra è stato Nazeli Baghdasaryan, portavoce del primo ministro di Erevan. Nel frattempo, dopo l’offensiva militare e il cessate il fuoco mediato daMosca, l’Azerbaigian sta prendendo via via il controllo del Nagorno-Karabakh. Di qui la fuga della popolazione armena, che teme rappresaglie da parte delle forze armate di Baku.