Le azioni di questo governo riguardanti la ricerca sono, a giudicare dalle esternazioni udite nelle ultime due settimane, estremamente mirate e degne di un approfondimento.
Tralasciando infatti la continua retorica sull’onestà, appare evidente quanto le manovre ed i proclami di questo governo siano concentrati verso un singolo obiettivo: il mantenimento del consenso.
Il consenso in generale si ottiene tramite le promesse, ritenute dagli elettori degne di fiducia, ma quando si tratta di mantenere il consenso il discorso cambia. Per mantenere il consenso esistono soltanto tre modi:
- Mantenere le promesse fatte in campagna elettorale
- Iniettare liquidità nel sistema
- Attaccare personalmente l’avversario
Ora, il terzo punto è probabilmente il fiore all’occhiello della maggioranza e non credo sia necessario approfondire ulteriormente la questione. E’ invece interessante come la Ricerca (quella con la ‘R’ maiuscola, vanto della nostra nazione malgrado i continui tagli ed i sistematici attacchi che da anni la investono, puntuali come i monsoni in estremo oriente) giochi un ruolo chiave nei primi due punti della lista appena stilata.
Il mantenimento delle promesse
Iniziamo col discutere il mantenimento delle promesse.
Esistono molti modi di mantenere le promesse, ma le promesse politiche spesso si scontrano con la fattibilità. Non sempre, infatti, i conti permettono di realizzare le promesse più allettanti. Per “fortuna”, però, esistono altri impegni che possono essere mantenuti senza dover attingere alle casse dello stato.
Una di queste promesse riguarda direttamente ricerca e divulgazione. È infatti notizia di questi giorni di come il governo, per bocca e penna di Luigi Gallo, intenda creare in RAI una “Commissione per la divulgazione dei prodotti scientifici di maggiore interesse”. Una commissione apparentemente innocua, ma che nasconde almeno due punti a dir poco discutibili.
In primo luogo, una tale commissione in mano al governo (per tramite del ministero dello sviluppo economico) appare molto simile ad una forma di censura. Avere la possibilitá di decidere quali scoperte facciano capolino sulle reti nazionali è infatti molto allettante in un momento storico in cui a conoscenza e cultura si preferiscono consenso e populismo.
Iniettare liquidità nel sistema
Altro argomento spinoso è invece l’iniezione di liquidità nel sistema: con l’europa che controlla i conti non è sempre semplice poter “oliare” qualche ingranaggio. Specie se, in campagna elettorale, si è sempre apertamente remato contro le grandi opere (da leggersi TAV, TAP et similia). Sorge quindi un dilemma: quale è il modo più semplice per assegnare con facilità grandi bandi di gara? La risposta é molto semplice: l’Agenzia Spaziale Italiana. L’entitá degli appalti dell’ASI, infatti, è molto ingente ed il sistema di gare per l’assegnazione dei fondi rende relativamente semplice sapere a chi questi verranno assegnati.
Leggendo dunque in quest’ottica la destituzione del presidente dell’ASI Battiston, appaiono chiari due punti:
- L’aggrapparsi alla scusa “Battiston era stato messo in carica da un governo non legittimo” fa acqua da tutte le parti (oltre a dimostrare una scarsa conoscenza della costituzione italiana).
- Questa manovra mette quantomeno in discussione tanto l’onestà di cui il governo si fregia quanto la loro presunta superiorità morale.
La realtá dei fatti
In un mondo che cambia in fretta tra la necessità di adattarsi e fare fronte ad un rapido cambiamento climatico e l’avvento delle intelligenze artificiali che minaccia l’occupazione in molti settori.
L’unico modo (non si tratta di un’iperbole, è davvero l’unico modo) per salvare la nostra società dal collasso è guardare al futuro e assicurare vitali investimenti in ricerca e sviluppo. Questo attacco non è un rischio di un distante “regime populista”: é una minaccia oggettiva e immediata al progresso e alla prosperità dell’intero paese.
La Redazione Scientifica di Metropolitan Magazine Italia