La seconda parte di Bridgerton 3 brilla di chimica propria: la nostra recensione

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Di Arianna

Se dovessimo descrivere Penelope in questa seconda parte della terza stagione di Bridgerton sicuramente diremmo che Pen è la nostra eroina: lo è per tantissimi motivi. Coraggio, forza, talento, tenacia e vulnerabilità.

Bridgerton 3, seconda parte: amore, potere e vulnerabilità

Bridgerton 3

La seconda parte di Bridgerton 3 ci ha fatto sognare. Ci ha fatto sognare perché è vera. Dai primi sguardi, dall’amore che cresce piano piano, dalle prime volte (che sia la verginità, o la prima volta in cui si sfiora e si tocca qualcuno che amiamo davvero), dal senso di protezione e di cura che ci viene spontanea quando amiamo qualcuno. Ma anche di quel sentimento estremamente sano che, sì, l’amore è importante, ma i sogni pure. E non possiamo lasciare che la scintilla nei nostri occhi delle nostre passioni e della realizzazione di noi stessi sfugga via, solo perché pensiamo che l’amore della nostra vita possa bastarci, o compensare. Sono i sogni che ci rendono quel che siamo.

Possiamo dire che la terza stagione di Bridgerton brilla di chimica propria. Nicola Coughlan e Luke Newton sono un perfect match, la loro alchimia permette (abbinata ad una sceneggiatura che prende, incalza, e si adatta perfettamente a loro) di innamorarsi step by step, di accompagnarli in un crescendo che ci permette di essere innamorati anche noi di loro. Un mix esplosivo per rendere la narrazione di una storia al 100%. Al suo fianco un partner che (diciamocela tutta, era ora, Colin) finalmente decide di aprire gli occhi: e scopre una grande verità. Essere se stessi è possibile, è una chance che ognuno di noi deve darsi, per prima amare se stessi, e poi l’altro. E quale messaggio migliore poteva darci questa stagione se non quello che, in amore, vince chi si ama. Che sembrerebbe un concetto scontato, ma in realtà è la cosa più complessa imparare a fare. In questa seconda parte (per adesso) c’è tutto quello che volevamo vedere: amore, vulnerabilità, romanticismo, potere e ricerca di sé.

Il loro sfiorarsi, il loro toccarsi, i loro sguardi sono reali e palpabili, e noi non possiamo far altro che farci prendere dalla voglia di innamorarci. Possiamo assolutamente dire che, per adesso, Bridgerton 3 è la migliore storia raccontata dalla collezione di Shondaland (insieme a Queen Charlotte), fatta di colpi di scena incalzanti, di amore, insieme sexy, romantico, appassionato, verosimile. Delicato e 100% naturale il modo in cui la serie ha trattato i loro corpi, ed è talmente tutto così giusto, che parlare di body positive quasi fa strano, ci immerge in un mondo (che pensavamo fosse utopico) in cui tutti i corpi hanno uguale dignità, bellezza e carisma.

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