La Sposa Prigioniera | Intervista a Gianni Spezzano

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Di Redazione Metropolitan

Debutta in prima assoluta al Teatro Studio Uno dal 28 febbraio al 3 marzo“La sposa prigioniera” spettacolo vincitore del bando Under25_Gold dedicato alle giovani realtà teatrali contemporanee, ideato e prodotto da Progetto Goldstein e Teatro Studio Uno. Abbiamo intervistato Gianni Spezzano, che ha scritto il testo e diretto i giovanissimi attori della compagnia del Teatro Nest di Napoli.

La Sposa Prigioniera

D: La vostra è una compagnia giovane, qualche parola sulla vostra storia. 

R: La compagnia Giovani Onest nasce all’interno del laboratorio di formazione promosso dal Teatro Nest. I Giovani Onest sono stati in questi 2 anni spesso integrati nelle produzioni della compagnia Nest (Il sindaco del Rione Sanità, Otello, Gli onesti della Banda) per affiancare ad un percorso formativo anche uno professionale pratico. La Sposa Prigioniera è il primo spettacolo del gruppo, speriamo il primo di una lunga serie. 

D: In scena i giovani attori di Nest. Come selezionate questi ragazzi e che tipo di lavoro fate con loro? 

R: I laboratori si attivano nel settembre 2016 all’interno di un progetto più ampio, finanziato dal Napoli Teatro Festival, ancora attivo che si chiama Quartieri di Vita. La open call è stata focalizzata soprattutto verso i giovani del territorio di San Giovanni a Teduccio e della zona Est di Napoli, giovani compresi tra un’età che va dai 14 ai 25 anni. I laboratori di formazione sono stati affidati a diverse personalità del mondo del teatro che operano attraverso stage intensiva della durata di 5/7 giorni. Andrea Renzi, Giovanni Ludeno, Ippolito Chiariello, Carmine Borrino, Gianni Spezzano, Roberto Aldorasi, Luigi Morra, si sono tutti impegnati gratuitamente in percorsi di formazione di altissimo livello. In questo modo si garantisce ai partecipanti una formazione eterogenea con diversi approcci all’arte scenica. 

D: Come nasce La Sposa Prigioniera? 

R: Nel percorso laboratoriale che ho curato, durato un anno, ad un certo punto i ragazzi hanno sentito l’esigenza di mettere in scena un testo. La Sposa Prigioniera è stato scelto da loro, perché affronta una tematica su cui tutti avevano un punto di vista, qualcosa da dire, un’esigenza da mettere in scena, una realtà da condividere. In collaborazione con Cerbero Teatro, la direzione artistica del Nest ha scelto di sostenere questo progetto, che poi vincendo Pillole ha trovato la produzione del Teatro Studio Uno e del Progetto Goldstein

D: Il tema della libertà sembra identificarvi in qualche modo. 

R: La libertà soprattutto dai pregiudizi, sia quelli della società, sia quelli personali che ci ingabbiamo forse anche di più. La libertà di inseguire un sogno, quello di fare gli attori, che per questi ragazzi è una possibilità quasi negata. Nessuno di loro ha possibilità economica di pagarsi un corso professionale o di mantenersi a Roma per fare una accademia. Portare in scena questo spettacolo è la libertà di poter dire “Ci sono anche io”. 

D: Cos’é “il sistema” di cui parlate? 

R: Ci sono stati dei laboratori di analisi del testo, tenuti da Cristel Checca, che hanno portato alla luce le dinamiche profonde del testo e le tematiche da affrontare: Cos’è un sistema? In che modo mi ci rapporto? Qual è il mio sistema di riferimento? A quanti sistemi appartengo? Io sono figlio nel sistema famiglia, allievo nel sistema scuola, dipendente nel sistema lavoro, e così via. Questa indagine è stata un’esigenza alla base del lavoro, per non essere legati solo in maniera specifica al sistema Camorra, ma per allargare i sensi del testo e portare in scena una riflessione che potesse coinvolgere chiunque. 

D: Perché l’universo rave? Quali significati porta? 

R: Un movimento anti sistema in cui ci siamo imbattuti durante la nostra indagine, e che ci ha molto colpiti, è stato quello del Rave degli anni ‘70/’80. Siamo partiti dal Manifesto del Raver per sviluppare un’isotopia narrativa che riverbera per tutto lo spettacolo, sia dal punto di vista estetico che quello filosofico. Il rave nasce come movimento anti sistema che però tende verso una decadenza di valori, rappresentati dall’introduzione delle droghe sintetiche che trasformano il rave in un centro commerciale delle droghe. Così ogni anti- sistema diventa a sua volte un sistema, con un’altra forma che tende ad ingabbiarti sempre e comunque. 

D: Come si colloca La Sposa Prigioniera nel vostro percorso? 

R: È un progetto speciale che stiamo cercando di portare avanti, con grandi difficoltà. E’ un punto di partenza per la composizione di un gruppo di lavoro che speriamo possa essere un punto di riferimento per il lavoro sul territorio che i teatri portano avanti con grande difficoltà. 

D: Il vostro teatro ha una connotazione locale? Quanto è importante averla o non averla? 

R: Apparteniamo ad una terra che ha i sui pregi e i suoi difetti. Ci piace raccontarla cercando di smitizzare i luoghi comuni che le vengono affibbiati. Ci piace pensare di innovare il linguaggio, il nostro dialetto, cercando commistioni che guardano alla drammaturgia anglosassone, avvicinando il nostro slang a quello d’oltreoceano. Per noi sapere da dove partiamo è importante, così da poter sapere quanto ci stiamo allontanando nella nostra ricerca rispetto alla tradizione che teniamo sempre ben presente. 

D: Progetti per il futuro. 

R: Continueremo a lavorare sulla formazione dei giovani, continueremo a proporre progetti in cui coinvolgerli, continueremo ad alimentare questa macchina che si alimenta di grandi energie umane. Chi si ferma è perduto.


La Sposa Prigioniera

Progetto Goldstein e Teatro Studio Uno in collaborazione con Cerbero Teatro

presentano

LA SPOSA PRIGIONIERA

Un progetto della compagnia Nest

scritto e diretto da Gianni Spezzano

con Armando De Giulio, Emilia Francescone, Lisa Imperatore,

Raffaella Nocerino, Nunzia Pace, Emanuele Pelosi, Francesco Porro,

Vincenzo Sacchettino, Giulia Iole Visaggi

scenografia Vincenzo Leone

disegno Luci Desideria Angeloni

costumi Giovanna Napolitano
ass. Costumi Anna Celeste Cozzolino
grafica Emanuele Pelosi

analisi del testo Cristel Checca

organizzazione Carla BorrelliValeria Zinno

coordinamento artistico Adriano PantaleoFrancesco Di LevaGiuseppe Gaudino

Dal 28 febbraio al 3 marzo 2019

Teatro Studio Uno via Carlo della Rocca, 6 Roma

La sposa prigioniera” dal 28 febbraio al 3 marzo | Sala Specchi

Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca, 6 (Torpignattara).

Ingr. 12 euro. Tessera associativa gratuita
Giov – Sab ore 21.00, Dom. ore 18.00
PRENOTAZIONIhttp://j.mp/prenotaTS1

Per info: 3494356219- 3298027943

www.teatrostudiouno.com – info.teatrostudiouno@gmail.com