Il gin nasce per addolcire l’amarissima medicina che serviva per contrastare la malaria ai tempi del colonialismo sulle coste africane. Pare che lo stesso Churchill affermò che il gin abbia salvato più vite di quanto abbiano fatto i medici dell’Impero Britannico.
È evidente quindi, quanto la storia del gin sia lunga e di come questo drink abbia attraversato il tempo senza mai passare di moda. Molti si limitano alla consumazione del gin tonic, ma in pochi sanno cosa c’è davvero dietro alla preparazione del gin, le spezie e gli aromi, le cosiddette botaniche, che rendono ogni bottiglia un universo a sé stante, con sapori, odori e finiture unici.
Come si produce il gin
Il gin è un distillato proveniente dalla fermentazione di cereali o patate ai quali ogni produttore aggiunge spezie, aromi, radici e bacche secondo la propria esperienza, fantasia e piacere, per creare un gusto unico. Ovviamente, non può mancare la bacca di ginepro, che dà il nome al distillato.
Se è vero che la ricetta ha una componente di arbitrarietà, è altrettanto vero che un gin, per riportare in etichetta questa dicitura deve rispettare alcune regole precise:
- L’unica varietà di ginepro ammessa per la produzione di gin è il Juniperus Communis;
- Il prodotto finito deve avere una gradazione alcolica di almeno 37,5 gradi.
Secondo il Regolamento (UE) 2019/787 Del Parlamento Europeo e Del Consiglio del 17 aprile 2019, esistono 4 tipi di gin:
- Il Gin: si ottiene semplicemente dall’aggiunta di botaniche a uno spirito neutro di origine agricola con una gradazione alcolica di almeno 96 gradi;
- Il Dry Gin, è del tutto simile al precedente, tranne per il fatto che prevede un’ulteriore fase di distillazione dopo l’aggiunta degli aromi;
- Il London Gin: questa tipologia di gin prevede che tutte le botaniche, aromi, spezie e bacche, siano già presenti nell’alcol prima della distillazione. Dopo, infatti, non è possibile aggiungere nulla. Questo tipo di procedimento esalta molto il sapore del ginepro;
- Il London Gin Dry: si ottiene dal London Gin classico aggiungendo 0,1 g/l di dolcificante.
I gin più apprezzati al mondo
Che si preferisca bere il gin mescolato o agitato, liscio o on the rock, la verità è che il gin è ormai un fenomeno mondiale che ha dato l’impulso a spingere sempre più in alto l’asticella della sperimentazione nelle distillerie, cercando mix di aromi e spezie sempre più originali ed evocativi.
In giro per il mondo sono così nate produzioni locali che esaltano le tradizioni e le caratteristiche della regione di provenienza alcune delle quali hanno prodotto nuovi distillati partendo da antichissime ricette tramandate di generazione in generazione.
Ne è un esempio, il Gin Mare (o Mediterranean Gin), un distillato spagnolo che ricorda la brezza del mar mediterraneo che accarezza la pelle.
Un sapore autentico legato al clima e alla terra da cui proviene. L’odore di timo, rosmarino, olive, agrumi, basilico, ginepro, piante di pomodoro e pini marittimi si sprigionano già al primo sorso e fanno rivivere gli stessi brividi del vento che soffia sulle coste del mediterraneo. Le botaniche hanno infatti origine sia spagnola che italiana, greca e turca.
A riprova delle sue antiche origini, si sa che il Gin Mare venne distillato per la prima volta nel 1940 nella piccola cittadina di Vilanova i la Geltrù, nella provincia catalana, ma, la sua formula attuale è il risultato di decenni di sperimentazioni che si sono fermate solo nel 2007, quando si è trovato il perfetto equilibrio di sapori, anche grazie alla collaborazione con la Global Premium Brand.
Il processo di produzione segue delle tempistiche lunghe che danno al Gin Mare il suo sapore così intenso e caratteristico: la distillazione ha una durata di almeno 4 ore ma gli agrumi vengono fatti maturare per quasi un anno prima di essere aggiunti alla preparazione, così come le erbe che sono lasciate in infusione circa 36 ore.
Il Gin mare dà il suo meglio nei cocktail Gin Mare Tonic e nel London Mule.
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