
La storia di Alex Schwazer è molto complicata: la positività al doping fu riscontrata in due casi, uno a distanza di quattro anni dall’altro. Nella seconda occasione, però, ci furono prove eclatanti di una manipolazione di campioni prelevati: ancora oggi, infatti, lo sportivo è convinto di esser stato vittima di un complotto internazionale.
Appassionato di atletica leggera da giovanissimo, Alex Schwazer inizia a vincere le prime medaglie di spessore nel 2005, con il trionfo ai Campionati italiani nella gara dei 50 km e il bronzo ai Mondiali di Helsinki del 2005 e a quelli di Osaka del 2007. La svolta arriva ai Giochi olimpici di Pechino 2008, dove con la sua pettorina 0816 vince il titolo nella 50 km e firma il nuovo record olimpico della specialità. “Volevo vincere perché me lo merito, perché sono uno che non imbroglia”, la sua gioia a bordo gara.
Tutto cambia il 6 agosto del 2012: viene annunciata la positività dell’atleta di Vipiteno all’eritropoietina ricombinante in un controllo antidoping a sorpresa effettuato dall’Agenzia mondiale antidoping. La squalifica è pesante: escluso dalle competizioni fino al 2016. Lo scandalo mediatico è pesante da sopportare, tra accuse e interviste al veleno. A complicare ulteriormente le cose è la rottura con Carolina Kostner, coinvolta nella vicenda con l’accusa di averlo aiutato a sottrarsi a un controllo anti-doping.
La storia di Alex Schwazer

La prima volta in cui Alex è risultato positivo al doping, come già scritto, è stata nel 2012, alla vigilia dei giochi olimpici di Londra. Il controllo in quel caso fu fatto a sorpresa dall’Agenzia Mondiale Antidoping: in quell’occasione Schwazer fu escluso dalle Olimpiadi e dovette riconsegnare pistola e tesserino al Centro Sportivo dei Carabinieri di cui faceva parte. Inoltre per lui arrivò la squalifica per ben tre anni e sei mesi, voluta dal Tribunale Nazionale Antidoping nel 2013.
Nel 2014, poi, Alex Schwazer ammise le sue colpe di fronte alla Procura di Bolzano, patteggiando per una squalifica di soli 8 mesi e una multa di 6mila euro. Qualche mese dopo, però, il Tribunale Nazionale Antidoping aggiunse tre mesi alla sua pena poiché lo sportivo due anni prima aveva evitato i controlli che prevedevano alcuni prelievi di campioni biologici. A quell’epoca Alex era impegnato con Carolina Kostner, pattinatrice sul ghiaccio e medaglia d’oro ai Giochi Invernali del 2014.
L’ex fidanzata di Alex Schwazer aveva dichiarato che lo sportivo non era in casa al momento dei prelievi biologici, ma la dichiarazione risultò poi essere falsa. Carolina Kostner, dunque, fu indagata e coinvolta nelle vicende giudiziarie del compagno, ottenendo una squalifica di un anno e 4 mesi per complicità. Il marciatore, comunque, ha scritto una biografia dal titolo Dopo il traguardo, ammettendo di aver mentito molte volte alla sua ex fidanzata nel periodo in cui sono stati insieme.
Il motivo? Così facendo sarebbe riuscito a viaggiare per doparsi senza che lei lo venisse a sapere. La loro storia d’amore, iniziata nel 2007, arrivò a un binario morto nel 2012.
A un anno dal suo rientro, la nuova positività: il 21 giugno 2016 viene diffusa la notizia della nuova positività di un campione di urine prelevato il 1° gennaio, risultato negativo a una prima analisi standard. Presenti metaboliti di testosterone, secondo gli esperti. Alex Schwazer e il suo staff non hanno dubbi, non si tratta di doping.“Le accuse sono false e mostruose”, il j’accuse dell’atleta, come testimoniato dalle presunte incongruenze nel controllo antidoping.
L’8 agosto 2016 Schwazer viene squalificato per 8 anni. Ma lo sportivo, affiancato dal suo team, non smette di lottare per la verità, confermando la tesi della manipolazione. Per quanto riguarda il procedimento penale, il 18 febbraio 2021 arriva l’archiviazione per“non aver commesso il fatto” ritenendo”accertato con alto grado di credibilità razionale” che i campioni di urina”siano stati alterati allo scopo di farli risultare positivi e, dunque, di ottenere la squalifica e il discredito dell’atleta come pure del suo allenatore, Sandro Donati”. Conclusioni fortemente osteggiate dall’Agenzia mondiale antidoping. Nessuna novità invece sulla squalifica, ancora in corso.
Nei campioni di urine presnetati da Alex Schwazer ci sarebbe un’eccessiva presenza di DNA e secondo i RIS questo confermerebbe un’anomalia e dunque una possibile alterazione. Nel 2021 si è dichiarato che lo sportivo non sia colpevole di aver commesso il fatto, ritenendo quindi “accertato con alto grado di credibilità razionale che i campioni di urina siano stati alterati allo scopo di farli risultare positivi e, dunque, di ottenere la squalifica e il discredito dell’atleta come pure del suo allenatore, Sandro Donati”.
Nonostante questo, tuttavia, l’Agenzia Mondiale Antidoping non ha consentito a Schwazer di prendere parte alle Olimpiadi di Tokyo del 2021.