La storia di Marco Bocci, l’amore e la malattia

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Di Redazione Metropolitan

Marco Bocci ha una storia da raccontare, bella, piena di amore e forza. Nasce a Marsciano, il 4 agosto del 1978, sotto il segno zodiacale del Leone. Appassionato di recitazione sin da piccolo, si forma a Roma, presso il Conservatorio Teatrale d’Arte Drammatica “La Scaletta”, che era diretto da Giovanni Battista Diotaiuti. Esordisce nel mondo dello spettacolo nei primi anni 2000 e prendere parte a vari film e fiction, come Cuori rubati, Incantesimo e Caterina e le sue figlie. Tra le serie tv che gli consentono di raggiungere la notorietà, compare sicuramente Romanzo criminale – La serie, dove veste i panni del commissario Nicola Scialoja.

Protagonista indiscusso della serie tv del 2016, dal titolo “Solo”, due anni dopo ricopre il ruolo di giudice ad Amici di Maria De Filippi su Canale 5. Nel 2020, Bocci è impegnato sul set della nuova fiction Rai con protagonista anche Bianca Guaccero, dal titolo “Il Medico della Mala”. Dopo una relazione con la cantante Emma Marrone, che ha incontrato nel 2013 nel corso del serale della 12esima edizione di Amici di Maria De Filippi, nel 2014 incontra Laura Chiatti. La coppia si sposa il 5 luglio dello stesso anno e ha due figli: Enea, nato il 22 gennaio del 2015, e Pablo, nato invece l’8 luglio del 2016.

Nel 2018 Bocci è stato ricoverato d’urgenza dopo essere stato trovato dalla moglie privo di conoscenza. Dopo tre giorni di coma, l’attore scoprirà di essere stato colpito da un herpes, che era riuscito a raggiungere il cervello.

Marco Bocci è uno degli attori più amati e apprezzati in Italia, ma c’è una particolarità sul suo conto che non tutti sanno. Questo che noi conosciamo, infatti, non è il suo vero nome, o almeno non del tutto. Ebbene sì, perché il protagonista di Squadra Antmafia si chiama in realtà Marco Bocciolini. Il motivo è semplice: poiché molti sbagliavano la pronuncia del suo nome o lo confondevano con altri, Marco ha deciso di accorciarlo.

La storia della malattia di Marco Bocci

Marco Bocci ha contratto la meningoencefalite da herpes, un’infezione cerebrale dovuta al virus herpes simplex tipo 1 i cui sintomi sono febbre alta, confusione mentale, cefalee, problemi comportamentali e di memoria che, se non accertata in tempi stretti, potrebbe avere conseguenze gravi. Si tratta di una patologia colpisce una persona ogni mezzo milione nel mondo, prevalentemente bambini sotto i 3 anni e adulti over 50.

All’epoca, Marco Bocci aveva pubblicato alcuni video in cui spiegava in breve le sue condizioni di salute, senza entrare nello specifico. Solo in seguito ha svelato di aver avuto un herpes al cervello a causa dello stress che aveva indebolito le sue difese immunitarie, rendendolo particolarmente esposto all’infezione. Ormai sono passati due anni, ma il ricordo di quanto accaduto è ancora vivido nella mente dell’attore. Tanto che ha deciso di raccontare tutta la storia, inclusi alcuni dettagli mai rivelati, sulla sua malattia.

il 1° maggio 2018, Bocci stava partecipando ad una gara di Bmw in Umbria, quando successe qualcosa di incredibile: “Sono io la vittima di un terribile incidente, sembra replicarsi la tragedia di Imola. Invece, proprio quell’incidente ha reso palese, ha slatentizzato la mia malattia, ne ha reso possibile l’accertamento e la diagnosi, herpes al cervello, che altrimenti avrebbe avuto un corso dall’esito irreversibile“. Le settimane seguenti sono state drammatiche, ma per fortuna Marco Bocci si è ripreso.

“I primi giorni, appena risvegliato dall’intervento, non ero cosciente, né consapevole e tutto ciò che avveniva era vago, me lo hanno raccontato. L’assurdità è che avevo la sensazione che mi raccontassero un film di cui ero protagonista, ma non avevo coscienza di averlo mai girato. Ero uno spettatore che assisteva a un storia di cui ero il personaggio principale” – ha raccontato. Accanto a lui, sua moglie Laura Chiatti e i figlioletti Enea e Pablo hanno vissuto questo dramma, che ha avuto un lieto fine – forse proprio a causa dell’incidente.

Da quel giorno, Marco non ha più corso: “Mi capita spesso di sognarlo, senza però la volontà, né l’incoscienza per farlo: per partecipare a quelle gare, occorre essere un po’ folli. Oltretutto io ho due figli ed Enzo Ferrari diceva che i piloti, quando diventano padri, perdono in gara un secondo per ogni figlio. Insomma, la responsabilità paterna fa perdere l’incoscienza e prevale l’importanza degli affetti. Se senti odore di pericolo, gli stai lontano”.