La tragedia della Nuova Iside, Terrasini si stringe alla famiglia Lo Iacono

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Di Redazione Metropolitan

E’ un continuo via vai dalla casa di Vito Lo Iacono il comandante della Nuova Iside morto tragicamente nel naufragio dello scorso 12 maggio nel mare di Sa Vito Lo Capo nel quale morirono il padre Matteo e il cugino Giuseppe Lo Iacono.

Tutto il paese si è stretto alla famiglia dopo che la salma è arrivata a Terrasini da Bari. I funerali sono stati confermati per giovedì mattina ed è stato proclamato lutto cittadino durante i funerali. Il feretro è stato sistemato nella camera ardente allestita a casa di Rosalba Cracchiolo.

L’esame del Dna era stato eseguito nei giorni scorsi, dopo che la madre di Vito Lo Iacono, Rosalba Cracchiolo, e la sorella del 27enne comandante del motopesca, Rossana, alla fine dello scorso settembre avevano fornito ai periti della procura di Palmi campioni del loro Dna, per metterli a confronto con quello dei resti del cadavere trovato in Calabria. A dare la notizia che quel corpo in avanzato stato di decomposizione rinvenuto su una spiaggia calabrese un mese dopo l’affondamento del peschereccio, è proprio di Vito Lo Iacono, è stato l’avvocato Aldo Ruffino che assiste la famiglia.

Sul corpo dell’uomo, unico dei tre pescatori tra loro imparentati di cui non si era trovato il corpo dopo il naufragio, c’erano due piccoli tatuaggi, un timone e un cavalluccio marino, che in effetti i familiari avevano già riconosciuto in foto; questo, ancora prima che venisse effettuato l’esame del Dna il quale, adesso, chiude almeno una parte del giallo, quella della sparizione del corpo del comandante del «Nuova Iside», e restituisce un po’ di pace a quella disperata famiglia che nella tragedia ha visto morire tre familiari: con Vito Lo Iacono, a bordo c’erano infatti il padre Matteo e il cugino Giuseppe, l’equipaggio del motopesca che apparteneva alla marineria di Terrasini, nel Palermitano, i cui corpi furono recuperati pochi giorni dopo.

Resta invece aperta la questione del perchè quella notte il peschereccio affondò, in un tratto di mare tra San Vito Lo Capo e Ustica. Il relitto, individuato da un robot della Marina militare, si trova su un fondale di 1400 metri e più volte parenti e amici delle tre vittime hanno chiesto che venga recuperato: potrebbe fornire particolari importanti sull’affondamento, su cui indaga la procura di Palermo e per il quale si sospetta una collisione con la petroliera «Vulcanello», unica imbarcazione che risulta si trovasse nei pressi del peschereccio la notte in cui affondò, e che è ancora sotto sequestro.

Il sindaco Giosuè Maniaci ha informato la famiglia che il Comune si costituirà parte civile “per stare accanto ai familiari in questa battaglia giudiziaria nella ricerca della verità e per avere giustizia per la Nuova Iside – ha detto il primo cittadino che aggiunge : lo dobbiamo a Vito, Matteo e Giuseppe, alla famiglia, alla nostra comunità e alla nostra marineria per la sicurezza dei nostri pescatori tutte le volte che escono in mare”. I funerali che saranno celebrati nella Chiesa Madre, alle 9.30, dall’Arcivescovo di Monreale Michele Pennisi.