Il Monopoly, oggi sinonimo di strategie competitive per ottenere un dominio monopolistico nel mercato immobiliare, nasce in realtà con una premessa del tutto diversa. Nello specifico, il gioco in questione venne creato con l’obiettivo di favorire la cooperazione tra i giocatori, e la condivisione comune delle risorse. Parliamo quindi di un gioco da tavolo che è stato rivoluzionato nel corso dei secoli, la cui storia autentica merita di essere raccontata.

La storia di Monopoly

Oggi tutti conoscono Monopoly, dato che parliamo di un gioco venduto in oltre 100 paesi e tradotto in 44 lingue differenti. Ma, come anticipato, la sua evoluzione è molto particolare e perlopiù sconosciuta ai suoi appassionati. La sua invenzione venne inizialmente attribuita a Charles Darrow (1933), e la sua diffusione fu quasi immediata, tanto da raggiungere il successo commerciale in pochi anni, ovvero con il brevetto da parte dei Parker Brothers e Darrow nel 1935. Il primo anno vide le vendite schizzare alle stelle, superando due milioni di unità.

L’obiettivo del gioco, basato sul controllo monopolistico di un mercato immobiliare simulato, sembra a prima vista una semplice occasione per divertirsi insieme agli amici. Di contro, la storia dietro al Monopoly rivela un intreccio di ideali che risalgono a ben prima della sua commercializzazione nel ventesimo secolo. La vera nascita del Monopoly risale infatti al 1903, quando Lizzie Magie creò il “Landlord’s Game” con l’intenzione di promuovere i principi economici di Henry George, ovvero l’idea della “single tax” sul valore della terra.

Prima di andare avanti, però, è bene sottolineare che oggi esistono moltissime versioni diverse di questo gioco. Non solo per i “tavoli reali”, ma anche per chi ama Internet e il digitale. Basti ad esempio citare la possibilità di divertirsi in tempo reale al Monopoly online, un game show in streaming e live reperibile su alcune piattaforme specializzate in iGaming. Tornando al classico, esistono addirittura delle versioni di Monopoly che incentivano le truffe, come la famosa Edizione dell’Imbroglio.

Magie e il Landlord’s Game

Henry George era un economista che spingeva per la condivisione equa delle risorse naturali e della ricchezza prodotta grazie ad esse: un concetto radicalmente opposto alla logica del Monopoly di Darrow, che concentrava la ricchezza nelle mani di pochi. Il “Landlord’s Game” di Magie, invece, rifletteva i suoi principi attraverso dei meccanismi di gioco che incoraggiavano la cooperazione tra i giocatori, e la raccolta di risorse (affitti dei terreni) in un piatto comune.

Questo gioco includeva regole e concetti che potevano insegnare ai giocatori le conseguenze negative dei monopoli, e l’importanza della distribuzione equa della ricchezza. Non a caso, la versione originale del gioco non prevedeva meccanismi per costruire case od hotel, né menzionava esplicitamente l’idea che monopolizzare il mercato immobiliare fosse la strategia da seguire per vincere.

Il vero problema del Monopoly di Magie fu il seguente: il gioco, in questa sua forma, era difficile da commercializzare e da sponsorizzare, per una questione (appunto) politica. Ecco spiegato perché la reale paternità di Monopoly è stata oscurata per diversi decenni, e riconosciuta solo in modo molto tardivo.