Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. In questa puntata faremo un viaggio a Cannes per parlare di un film controverso premiato con la Palma d’oro. Un lungometraggio che ha causato parecchie discussioni a causa di alcune scene esplicite di sesso. Abbiamo dedicato questa puntata a “La vita di Adele” di Abdellatif Kechiche
Un amore nato tra una liceale ed un’aspirante pittrice, la sua evoluzione e la sua fine. Questo è il centro della storia di “La vita Adele” di Abdellatif Kechiche. Un’opera intensa che si sviluppa raccontando ogni emozione dei suoi personaggi. Kechiche infatti è un regista meticoloso conosciuto per le sue riprese cinematografiche infinite. Anche questa volta il regista tunisino ha sfinito gli attori del suo film ed in particolare le due bravissime Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux con infiniti ciak. Il risultato è un emozionante racconto di formazione sentimentale in cui i personaggi sono mostrati nella loro essenza realistica più profonda.
“La vita di Adele”, la regia secondo Abdellatif Kechiche
Kechiche utilizza in “La vita di Adele” una regia soffocante in cui sono visibili molteplici punti vista ottenuti con l’estenuante lunghezza delle riprese. Il regista tunisino grazie a questo sistema ha però il pregio di saper cogliere ogni emozione espressa ed inespressa dai personaggi. Lo fa seguendoli continuamente con la macchina da presa in ogni momento. Un lavoro incredibile con cui il regista tunisino racconta con grande naturalismo l’evolversi dell’amore tra le due protagoniste ed il loro appartenere ad universi apparentemente simili.
Le accuse di voyeurismo
Quando nel 2013 la giuria del Festival di Cannes presieduta da Steven Spielberg assegnò la vittoria a “La vita di Adele” ci fu una sorpresa non troppo grande. Il film di Kechiche ottenne anche due premi per le sue attrici protagoniste facendo diventare questo lungometraggio un caso quasi unico. Inoltre questo film sulla storia di un’amore saffico era stato presentato a Cannes poche settimane dopo l‘approvazione in Francia di una legge sui matrimoni fra persone dello stesso sesso. Questo potrebbe aver favorito non poco questo film in un’edizione del festival di Cannes dove era anche in concorso il capolavoro di Paolo Sorrentino “La grande bellezza”.
Inoltre attorno a questo film ci furono dure accuse contro 10 minuti di scene di sesso ritenute da i detrattori troppo esplicite ed al limite della pornografia. Da questa pellicola ha preso le distanze anche Julie Maroh, l’autrice della graphic novel “Il blu è un colore caldo” da cui è stato tratto “La vita di Adele”. La Maroh in particolare ha dichiarato “lontane” dal suo libro e “forzate “ le scene di sesso perchè frutto di un’interpretazione voyeuristica. Infine la fumettista francese ha anche criticato la scelta degli attori.
Stefano Delle Cave