Maurizio Maggiani, vincitore del premio Strega nel 2005 con “Il viaggiatore notturno”, è stato ospite nella serata di ieri, per il ciclo “stregati” al MAXXI, Museo Nazionale delle ari del XXI secolo (http://www.maxxi.art/events/maurizio-maggiani/), in occasione della presentazione del suo nuovo libro dal titolo incontrovertibile: “ L’Amore”, edito Feltrinelli.

Si, ma quale amore?                                                                             Quello dal significato astratto, impugnabile, sfuggente e per molti ignoto, oppure quello del verbo amare, che è azione, un dispiegarsi nel tempo, qualcosa di tangibile, reale?

copertina libro (photoedit:feltrinelli.it)

A detta dell’autore stesso che, arrivato con quasi mezz’ora di ritardo, giustificato in parte dal suo non vivere più in città ma riparato tra la natura emiliana, è la storia di un ragazzo, di tre epoche della sua vita e dell’universo che lo circonda.

“Sono sempre vissuto a Occidente guadando il tramonto;                                                                                             ora vivo ad oriente guardando l’alba”

 Un ragazzo, diventato poi uomo, uomo fatto e finito, e il suo amore, un amore fatto di piccoli gesti, di accortezze, come la sveglia 10 minuti prima per preparare il caffè a chi per tanti anni ha dormito accanto a lui.

Maurizio Maggiani               (photoedit:repubblica.it)

Una storia felice, di quelle che non si leggono poi così spesso, di quelle che non fanno neanche più notizia, almeno che tu non sia Harry o Megan.

Perché preferiamo i romanzi con un finale tragico a quelli dal lieto fine?Come mai la felicità altrui annoia?Perché la maggior parte di noi non l’ha ancora conosciuta.

Probabilmente ci rivediamo molto più in Anna Karenina, combattuta tra il conformismo e la sciagura piuttosto che nel vissero per sempre felici e contenti.

(photoedit:wikipedia)

Sogniamo un amore come quello di Romeo e Giulietta perché proprio la sua drammaticità, il suo essere irripetibile, senza un poi, lo rende così affascinante.

Un amore eterno, in cui non esiste la quotidianità, le bollette da pagare, le rate del mutuo, meglio le lezioni di chitarra o il nuoto agonistico per nostro figlio?

(photoedit: lastampa.it)

Molti di noi si rifugiano nei libri proprio per evadere dalla vita che hanno e ritrovano nelle parole che leggono la vita che vorrebbero.

Di storie felici, luminose, ne conosciamo poche e ne viviamo molte meno.

L’incontro procede con il ritmo di una chiacchierata.Un po’ della sua vita, fatta di alternanze tra albe e tramonti, oriente e occidente, di ulivi sradicati e ripiantati in nuove terre. 

Un po’ delle sue passioni, prima fra tutte l’orto, insegnamento tramandato dalla nonna che non conosceva il verbo amare, ma solo quello del volere bene.  

(photoedit:fondazionebellonci.it)

Racconta delle tradizioni della sua terra, non quella natia la Liguria, ma quella di adozione, l’Emilia, come quella per ricordare la Repubblica romana del 1848, la rivoluzione dei romani.

Racconta di come nella notte del 9 febbraio ogni abitante della sua città accende un lumino che lascia alla finestra e tutti si ritrovano in qualche casa gentilmente messa a disposizione per festeggiare mangiando e bevendo.

Ha il modo di raccontare delle nonne quando mettono i nipoti a dormire.Tranquillo, pacato, disteso, senza fretta, aspettando che ti addormenti.

(photoedit: valeriosabloneph)

Non ha pubblicizzato il suo libro, anzi ha apertamente ammesso che probabilmente non verrà apprezzato perché poco cinico, forse mellifluo, forse improbabile.

 Vivendo in un luogo in cui l’autunno è sinonimo di nebbia e buio, aveva bisogno di ritrovare la luce, e la trova sulla prima pagina di un giornale, sul viso di una ragazza dai capelli ricci, con in mano un megafono, in cerca di domande alle sue risposte, una ragazza dalla bellezza disarmante.

 Gli ricorda il suo primo amore, di quanto nonostante le prove non sia riuscito a dirle ti amo, quello sentito, quello più difficile da dire, che si ferma in gola perché non è mai il momento giusto e non quello che riempie i silenzi

Maurizio Maggiani al concorso Strega del 2005
(photoedit:premiostrega.it)

Termina l’incontro cantando una canzone d’infanzia,  che lo rimanda con la memoria all’ora della merenda, quando si intrufolava nella stanza delle sue sorelle le quali lavoravano a maglia tutto il giorno. Lui si sedeva, le osservava lavorare e intanto in sottofondo la radio che trasmetteva canzoni d’amore

Non è soltanto una storia d’amore, è anche un romanzo politico, perché come ha detto Maggiani stesso: “l’amore è anticapitalistico: non accumula”. In amore non esiste il letargo, non c’è bisogno di ammucchiare in previsione del freddo e della solitudine. Bisogna spargere, diffondere e dare, ogni giorno una piccola quantità, giusto per sentirsi più leggeri.