Potrebbero andare avanti per altri due mesi gli intensi scontri nella Striscia di Gaza tra le forze israeliane e Hamas. È la valutazione di fonti israeliane citate dall’emittente pubblica Kan, passati ormai più di due mesi dal terribile attacco del 7 ottobre in Israele e dall’inizio delle ostilità tra Israele e Hamas con le operazioni di Tsahal nell’enclave palestinese. “Metà della popolazione di Gaza sta morendo di fame mentre continuano i combattimenti tra Hamas e Israele”, lo afferma il vicedirettore del Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite, Carl Skau, come riporta la Bbc. Solo una frazione delle forniture necessarie è riuscita ad entrare nella Striscia di Gaza e in alcune aree nove famiglie su 10 non riuscirebbero a mangiare tutti i giorni, ha aggiunto il funzionario, sottolineando che le condizioni a Gaza hanno reso le consegne di aiuti umanitari “quasi impossibili”.
“Metà della popolazione di Gaza sta morendo di fame”
Una donna intervistata dalla BBC, Reem Abd Rabu, ha detto di aver passato le ultime settimane dormendo per terra sotto a un tendone insieme ad altre quattro famiglie. «L’acqua c’è un giorno e per i dieci seguenti non c’è, nemmeno nei bagni. Ed è la stessa cosa per l’elettricità», ha detto Reem. Non c’è nemmeno internet, o comunque prende pochissimo, cosa che impedisce alle persone che si sono rifugiate ad Al Mawasi di tenersi in contatto con le loro famiglie o di avere informazioni su cosa stia succedendo altrove. Mona al-Astal, una medica che è scappata lì per via dell’invasione di Khan Yunis, ha detto di aver visto persone entrare nel magazzino di scorte gestito dall’ONU perché «avevano fame e niente da mangiare».
Nelle ultime ore si sono intensificati i bombardamenti di Israele a Khan Yunis, la città più grande del sud della Striscia, che l’esercito israeliano sta attaccando anche via terra ormai da giorni. Secondo le informazioni ottenute da Al Jazeera i soldati israeliani si stanno avvicinando al principale ospedale della città, quello di Nasser, ma sono stati segnalati bombardamenti con morti e feriti sia a Rafah, al confine con l’Egitto, che a Deir el-Balah, nella parte centrale della Striscia.
In queste circostanze, la situazione umanitaria dei civili palestinesi è sempre più grave. Gli abitanti della Striscia si sono ammassati ormai da settimane nel sud del territorio, in particolare a Rafah e sul Mediterraneo, ad Al Mawasi, posti che non sono attrezzati per gestire una situazione del genere, né sembrano completamente al sicuro da eventuali attacchi.