Sono passati dieci anni da quel terribile 6 aprile 2009 quando la terra a L’Aquila iniziò a tremare uccidendo 309 persone. Ecco come è la situazione nel capoluogo abruzzese dieci anni dopo

La ricostruzione a L’Aquila

Dieci anni dopo il terremoto, a L’Aquila, il centro urbano è ancora un immenso cantiere in fase di ricostruzione. Mancano del tutto uffici pubblici e scuole, poche attività hanno riaperto i battenti e sono a rischio chiusura perché manca la popolazione. “Bisogna riportare in centro uffici pubblici, banche, assicurazioni, poste, scuole. Oggi manca il flusso che c’era prima del sisma”, ha affermato Celso Cioni, direttore regionale Confcommercio, “servono servizi, soprattutto e subito i parcheggi, che in 10 anni si potevano fare. Servirebbero più trasporti pubblici per chi abita nelle periferie. Inoltre ci sono gli affitti da calmierare, i prezzi sono insostenibili. Ci vuole una concertazione tra proprietari e amministrazione comunale”

L’Aquila: dieci anni dopo il terremoto
L’Aquila, il centro immagine tratta da tg24.sky.it

Al momento tutto procede lentamente e ancor di più nelle frazioni cittadine, come Onna, dove il tempo sembra essersi fermato a quel maledetto 6 aprile 2009. “Quello che ho a più riprese chiesto al governo è la possibilità di ricorrere a procedure più snelle e veloci, ovviamente sempre nell’ambito di un quadro normativo rispettoso della legalità” ha detto sulla ricostruzione il sindaco dell’Aquila Biondi per il quale il nuovo codice degli appalti presenta ”farraginosità

L’Aquila: dieci anni dopo il terremoto
L’Aquila, immagine tratta da ilfattoquotidiano.it

Il problema delle scuole

Il problema più grave a L’Aquila è senza dubbio quello delle scuole pubbliche ancora tutte da ricostruire. I ragazzi continuano ad andare a scuola nei Musp, i Moduli ad uso scolastico provvisorio che furono istituti nel settembre 2009 per far fronte all’emergenza del terremoto. Praticamente alcuni bambini e ragazzi non hanno mai conosciuto una scuola vera con tutti i servizi. “Il problema non è di mancanza di fondi ma di carattere amministrativo e politico. Purtroppo non c’è neanche un dibattitto su dove ricostruire le scuole”, ha detto Massimo Prosperococco, portavoce del Comitato Scuole Sicure L’Aquila, ”sono stati proposti tanti luoghi, dalla ex Caserma Rossi all’ex Ospedale di Collemaggio, ma finora nulla di concreto”

L’Aquila: dieci anni dopo il terremoto
I Musp a L’Aquila, immagine tratta da ediliziascolastica.it

“Da 10 anni lavoriamo nelle lamiere. Perché se elegantemente sono chiamati Musp, sono pur sempre container”, ha affermato Silvia Frezza della Commissione Oltre il Musp, ”sono lamiere che non offrono spazi adeguati: non ci sono laboratori, molti non hanno le palestre. I bambini, in questi casi, o non fanno educazione motoria o la fanno negli atri, a nostro rischio e pericolo. Quest’anno, ma solo per una scuola, abbiamo ottenuto di poter trasferire i bambini da un Musp all’altro per le ore di ginnastica. Ci sono bambini e ragazzi, quindi, che non hanno mai conosciuto una scuola vera, oltre che una città vera. E’ vero che la ricostruzione privata sta andando avanti, è vero che la città con i suoi palazzi sta tornando, ma non c’è la città vera. Mancano biblioteche, spazi di incontro per i giovani”. Dieci anni dopo la ricostruzione a L’Aquila resta ancora aperta.