L’attacco con drone Usa che ha ucciso a Kabul 10 civili, di cui 7 bambini, non è stato causato da una negligenza criminale ma da una serie di errori, tra cui non aver notato un bambino nell’area circa due minuti prima dello strike: così conclude l’indagine dell’ispettore generale del Pentagono, che non raccomanda sanzioni disciplinati per quello che definisce un errore “spiacevole” ma “onesto”, frutto di errori di esecuzione e di interpretazione delle informazioni.

Le stesse immagini sulla presenza del bambino sarebbe stato facile perderle in tempo reale, ammette.

“La valutazione, che è stata principalmente guidata dall’interpretazione dell’intelligence e dal movimento osservato del veicolo e degli occupanti per un periodo di 8 ore, è stata purtroppo imprecisa”, si legge in un rapporto dell’ispettore generale dell’aeronautica, il tenente generale Sami Said. “In effetti, il veicolo, il suo occupante e il contenuto non hanno rappresentato alcun rischio per le forze statunitensi”.

“L’attacco non ha violato alcuna legge”

Nel documento, tuttavia, si precisa che – malgrado la catena di errori – l’attacco non ha violato alcuna legge. “L’indagine non ha riscontrato alcuna violazione della legge, inclusa la legge sulla guerra. Errori di esecuzione combinati con errori di conferma e interruzioni della comunicazione hanno portato a deplorevoli vittime civili”, ha spiegato l’ispettore generale.

. Gli 007 avevano indicato una Toyota Corolla bianca. Si pensava che contenesse esplosivi. Ma era un errore, ha ammesso Said: praticamente stavano seguendo l’auto sbagliata. “In realtà non abbiamo mai rintracciato la vera Toyota Corolla”, ha ammesso. 

Per non parlare delle valutazioni sull’edificio obiettivo dell’attacco. “Erano convinti che nel complesso non ci fossero bambini. E invece è venuto fuori che era un grosso errore”, ha spiegato.

Due minuti prima dell’attacco, infatti, un bambino era entrato nell’area di tiro. Ma nessuno se ne avvide. 

A settembre gli Usa avevano già ammesso di aver compiuto valutazioni sbagliate, riconoscendo che l’attacco drone a Kabul era stato “un tragico errore”.