L’attacco dei Giganti (Shingeki no kyojin) è un manga scritto e disegnato da Hajime Isayama e pubblicato in Giappone per la prima volta il 9 settembre 2009. L’opera è ambientata in un mondo dove i superstiti dell’umanità vivono all’interno di città circondate da enormi mura difensive a causa dell’improvvisa comparsa di enormi creature umanoidi divoratrici di umani.
I protagonisti della storia sono inizialmente Eren Jaeger, sua sorella adottiva Mikasa Ackermann e il loro amico d’infanzia Armin Arelet, tuttavia uno de punti di forza dell’opera è sicuramente la grande coralità dei personaggi che, capitolo dopo capitolo, si aggiungono diventando tutti in un certo qual modo dei co-protagonisti indispensabili al proseguo della narrazione, in quanto ognuno si fa portatore di un tassello del complesso puzzle narrativo che è L’Attacco dei Giganti. Non a caso parliamo di un’opera che, allerta spoiler, dopo averci fatto appassionare a luoghi e personaggi, all’improvviso, servendosi di un time skip, modifica completamente l’ambientazione e, anche se per poco, il blocco centrale dei personaggi, narrandoci le vicende di tante persone mai viste fino a quel momento.
L’Attacco dei Giganti è stato certamente un manga contraddistinto da continui colpi di scena. È stato… perché come suggerisce il titolo dell’articolo, anche questo manga è giunto alla fine dopo 139 capitoli e 12 anni di pubblicazioni
L’Attacco dei Giganti: l’ultimo capitolo
!Allerta Spoiler!
Il gruppo dopo aver affrontato Eren come avversario deve ora fare i conti con la sua definitiva scomparsa, avvenuta tramite la sua compagna più cara, Mikasa, sorella adottiva ma probabilmente suo unico grande amore, sentimento indiscussamente contraccambiato dalla guerriera portatrice del sangue degli Ackermann.
Il capitolo si apre con Eren e Armin in versione “bambina”, che discutono sugli ultimi aventi, quelli che hanno portato poi allo scontro e alla sconfitta del primo, il quale, nonostante si fosse macchiato della morte dell’80% della popolazione, ha tuttavia fatto in modo che fossero proprio i suoi compagni a mettere fine al suo piano, questo perché in tal modo gli scenari sarebbero stati due: o sarebbero stati considerati i salvatori del mondo nonostante discendenti dei “demoni” ponendo fine alla segregazione degli eldiani, oppure, in caso contrario, non ci sarebbero stati eserciti in grado di sconfiggerli. In definitiva la pace, anche se in un certo senso “egoistica”. Eren, durante questo confronto/visione con Armin racconta come il Gigante Progenitore fosse stato da sempre alla ricerca di colui che finalmente l’avrebbe liberata dalla sua condizione, che altro non era che un’infinita angoscia per un amore mai ricambiato per il Re della sua epoca, ossia Karl Fritz, confessando di aver in un certo modo “manipolato” sia le azioni di Mikasa stessa, costringendola ad attaccarlo, sia l’acquisizione da parte di Armin del Gigante Colossale. Infine Eren ammetterà finalmente i suoi profondi sentimenti per la ragazza. I due si salutano con Eren che cancella la memoria di Armin, dicendogli che la recupererà solo alla fine della battaglia, svelando che in pratica quell’incontro si era consumato prima della loro lotta finale, non a caso Armin si sveglierà accanto ad Annie
Cambio scena e si torna al presente, stavolta veramente alla fine di tutto, con Mikasa che si avvicina ad Armin, appena ritrasformato in essere umanom con la testa di Eren tra le braccia. La sua morte ha estirpato per sempre il potere dei giganti nel mondo e tutti infatti ritornano alla normalità. Altro colpo di scena: si viene a sapere che Eren in realtà ha avuto un confronto con tutti quanti e non solo con Armin. Ognuno a suo modo si ricongiunge ai suoi cari
Trascorrono altri tre anni, la minaccia dei giganti è ormai archiviata e Armin, Reiner, Annie, Jean, Connie e Pieck sono diventati ambasciatori desiderosi di raccontare al mondo la loro storia nel tentativo di essere finalmente accettati e perdonati. L’ultima scena, infine, mostra Mikasa ai piedi di un albero particolare, proprio quello dove l’opera ha avuto inizio (è li che la testa di Eren è stata sepolta) che si rivolge al celo; proprio in quell’istante ecco accorrere un uccello a sistemargli la sciarpa, proprio nel modo in cui Eren faceva per lei.
Eren voleva solamente vedere il mondo, ora potrà farlo, libero come il vento, come il cielo nel quale quell’uccello si muove. Oramai chi resta ha solo una cosa da fare, andare avanti, “avanzare”, come Eren ha sempre fatto senza mai pensarci due volte
Dario Bettati
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