Nello spazio di Letteralmente Donna una donna eccezionale che con la sua poesia ha infiammato il Risorgimento italiano trasmettendo da nord a sud l‘amore per la patria. Il suo nome è Laura Beatrice Oliva e questa è la sua storia.
Laura Beatrice Oliva e i valori paterni
“Laura Beatrice visse per l’Italia e morì col nome della sua Italia tra le labbra. La sua vita fu consacrata alla Patria, la sua morte è lutto per la patria”
Così scrisse di Laura Beatrice Oliva il giornalista e patriota italiano Medoro Savini dopo la sua morte, avvenuta soli 48 anni, nel 1869 a Fiesole. Parole che ci fanno comprendere il ruolo straordinario avuto da questa donna, per i suoi versi patriottici che la fecero diventare la poetessa del Risorgimento nazionale, e la Corinna italica come eco all’opera di Madame De Staël (1807). A trasmettere l’amore per la patria e i valori risorgimentali a questa poetessa fu il padre Domenico Simeone Oliva già dalla sua infanzia, trascorsa tra Parigi e Napoli dove era nata nel 1820.
In quegli anni infatti Domenico Oliva, noto intellettuale antiborbonico, partecipò ai moti rivoluzionari che avevano lo scopo di ottenere il promulgamento di una costituzione liberale da Ferdinando I delle due Sicilie. Costituzione che venne accordata il 6 luglio 1820, e revocata pochi mesi dopo. Mentre i costituzionalisti furono definitivamente sconfitti il 7 marzo 1821. In ragione di questo la famiglia Oliva fu costretta a lasciare Napoli, per sfuggire ad un ordine di arresto, rientrandovi solo nel 1825, alla morte del re.
I versi d’amore e i canti patriottici
Laura Beatrice Oliva si distinse già giovanissima per la sua poesia. Infatti, a soli quindici anni entrò a far parte dell’accademia Filarmonica. I suoi inizialmente erano versi e amorosi. Poi, l’attenzione si spostò ai valori patriottici. I suoi componimenti la fecero conoscere in tutta Italia, come ad esempio i versi dedicati ai fratelli Bandiera intitolati “Italia. Pel supplizio dei fratelli Bandiera”. Erano gli anni 40′ dell’ 800′ e la poetessa, a fianco del marito Pasquale Stanislao Mancini, partecipò attivamente ai moti di Napoli del 1848. Moti che spinsero, due anni dopo, Ferdinando II a concedere la costituzione mente la Oliva fu costretta nuovamente a lasciare Napoli alla volta di Torino.
I suo versi dedicati agli eroi del Risorgimento si fecero conoscere in tutto il paese come ad esempio quelli dedicati ad Agesilao Milano in cui si parlava dell’attentato fallito a Ferdinando II. Nelle sue poesie la Oliva dava anche spazio alle donne come ad esempio il canto composto nel 1849 ed intitolato “In morte dell’insigne poetessa napolitana Maria Giuseppa Guacci”. Nei suoi componimenti la donna era decantata a vista come madre, moglie e soprattutto cittadina che doveva dare il suo contributo alla riscossa patriottica. Basti pensare ad esempio a questi versi in cui scrive sui doveri della donna:
“…Il ciel ripose
in noi madri, in noi spose,
le sorti liete della patria o il danno…
Se concordi saremo dell’alta impresa
Restano i figli nostri in sua difesa.”
Patria e amore. Canti
“Patria e amore. Canti” è stata l’opera realizzata nel 1861, all’indomani dell‘Unità d’Italia, che ha fatto conoscere nelle sua versione definitiva e postuma del 1874 Laura Beatrice Oliva in tutto il mondo. In essa sono contenuti diversi versi componimenti composti in metriche diverse, come i canti e le ballate, sia d’amore che patriottici. Accanto ai versi dedicati agli eroi risorgimentali e ai moti del 1848 ci sono, infatti, diversi componimenti, come l’elegia dedicata al padre, realizzati in chiave più intima e sentimentale. Non manca infine un riferimento all’amata e mai dimenticata Napoli come i versi in cui scrive, come riportato da Storie di Napoli:
“io miro
Te mio dolce sospiro,
Mio primo amor, Napoli mia !”
Stefano Delle Cave
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