Anno nuovo, vita vecchia. La Lazio di Simone Inzaghi ha inaugurato il campionato così come aveva finito la scorsa stagione, con una sconfitta che lascia l’amaro in bocca ai tifosi biancocelesti. Per carità, una rondine non fa primavera e non è certo una sconfitta, seppur casalinga, a pregiudicare il lavoro di una squadra, né si deve dar vita ad allarmismi tanto inutili quanto dannosi.

Ciro Immobile nell’azione che porta in vantaggio la Lazio (PHOTO CREDITS: GOAL.COM)  

È arrivata una sconfitta contro una potenziale concorrente nella corsa alla Champions, è vero, ma da qui i ragazzi di Simone Inzaghi possono e devono ripartire. Innanzitutto  si deve guardare alle note positive, emerse soprattutto nella prima mezzora di gioco: lì si è vista una Lazio ordinata, compatta, in grado di contenere agevolmente il Napoli di Ancelotti e di ripetere lo stesso bel gioco espresso nell’ultima annata.

Il capolavoro del solito Ciro Immobile, che con un tocco magico è riuscito a mandare a spasso tre giocatori del Napoli e a regalare alla Lazio la rete del momentaneo vantaggio, sembrava essere il preludio per una serata perfetta. Fino a quel momento si era vista la bella Lazio che fino a pochi mesi fa era riuscita a sorprendere e a convincere tutti.

Purtroppo però, dopo l’1 a 0 sono emersi i soliti black out ormai noti ai tifosi e pagati a carissimo prezzo lo scorso anno, sia in campionato sia in Europa League (la sconfitta di Salisburgo grida ancora vendetta). La squadra è come se avesse tirato i remi in barca, da quel momento ha subito passiva il “risveglio” e il pressing dei partenopei e alla fine ha perso anche per colpa di quelle amnesie difensive già decisive in passato.

Alla lunga sono mancate le incursioni e le sovrapposizioni sulle corsie esterne, fondamentali nel gioco di Simone Inzaghi. Marusic è incappato in una serata no e Caceres adattato sulla sinistra è sembrata un po’ una forzatura, nonostante la prova dell’uruguagio non sia stata del tutto negativa. A tal proposito, a più di un tifoso è venuto il dubbio sul perché non abbia giocato Durmisi, sostituto naturale di Lulic in quel ruolo e acquistato quest’estate per circa 6,5 milioni. Su questi black out mister Inzaghi deve ancora lavorare molto.

Analizzando la prestazione dei singoli, buono è stato l’impatto di Francesco Acerbi, nonostante abbia perso Milik nell’azione del pareggio del Napoli: il difensore lombardo ha dimostrato di poter rivestire il ruolo di leader del reparto arretrato, ha tirato fuori la sua grinta ed esperienza e ha portato in dote un’assist e un palo: non male per uno che si candida ad essere uno dei senatori dello spogliatoio. Da rivedere la prova di Milan Badelj che è apparso con le gambe pesanti e in ritardo di condizione: non è facile sostituire un intoccabile come Luca Leiva, ma il croato avrà sicuramente la classe e il tempo per entrare nei meccanismi della squadra e rivelarsi un prezioso acquisto.

Milik, autore del pareggio (foto dal web)

Luiz Felipe continua a sorprendere per la sua maturità calcistica, a dispetto dei suoi 21 anni: è vero che ha perso un  duello con Insigne sull’1 a 0, che poteva costare caro alla Lazio, eppure durante i 45 minuti in cui ha giocato il brasiliano ha messo in campo una sicurezza rara in un giovane nato nel 1997: non è un caso che circolino voci di una sua possibile convocazione in Nazionale da parte di Mancini. Su Ciro Immobile, inutile scrivere oltre: la perla del gol parla per lui!

Purtroppo la prima giornata non ci ha regalato i colpi e i tocchi di classe di Milinkovic e Luis Alberto: i due fuoriclasse sono apparsi sotto tono e non hanno inciso, ma una partita no ad inizio campionato, in una sera d’agosto, a loro si può concedere. La speranza è che già nel prossimo turno, contro la Juve, il loro talento brilli e faccia la differenza.

Simone Inzaghi (foto dal web)

Infine una nota merita anche Danilo Cataldi: il ragazzo di Ottavia è entrato al minuto 88 al posto dello stakanovista Parolo, a partita ormai compromessa. Eppure quella manciata di minuti rappresentano tanto per il centrocampista romano, prodotto del vivaio, tornato alla base dopo i prestiti non felicissimi con Genoa e Benevento e dopo un anno e mezzo di incomprensioni con la Curva Nord, sfociati in fischi e in un duro comunicato contro il giocatore. Non era facile rimettersi in gioco in queste condizioni, eppure Cataldi ha accettato la sfida e, nonostante la folta concorrenza a centrocampo, ha deciso di rimanere e giocarsi le sue carte. lo stesso Inzaghi, in conferenza stampa prima del match, ha apprezzato la sua volontà di mettersi a disposizione. La speranza è che possa ricominciare quella favola iniziata nel 2014, quando Cataldi debuttava nella Lazio dei grandi dopo lo scudetto Primavera e sembrava un predestinato, prima di interrompersi bruscamente.

GIAN BATTISTA MANNONE